Il 2018 si è appena concluso, pertanto, come ogni anno, è prassi per ciascuno fare una retrospettiva nei confronti dell’annata passata. Questo discorso lo possiamo applicare anche alle lande calcistiche che seguiamo con passione e pazienza: Islanda, isole Faroer e Groenlandia. Retrospettive, ma anche prospettive nei confronti dell’anno appena iniziato, o anche “buoni propositi” se preferite chiamarli così. Facendo un bilancio, è inevitabile trarre cose belle ma anche meno belle. Ma ora ciancio alle bande e bando alle ciance, scendendo nel dettaglio ripercorrendo temi e anatemi del 2018 nell’Atlantico del Nord dal punto di visto calcistico.

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Hannes Halldorsson para il rigore a Leo Messi in Islanda-Argentina. Un’immagine che passerà alla storia.

Islanda, più dolori che gioie

Partiamo dalle cose belle: la partecipazione ai Mondiali

In Islanda, è stato un 2018 particolare, fatto di gioie ma anche di dolori. Nonostante la partecipazione al Mondiale, un evento storico per un Paese di queste dimensioni (il più piccolo nella storia a partecipare a una fase finale, ndr), le prospettive sembrano nebulose per la Nazionale. Ma andiamo con ordine.

Dicevamo del Mondiale russo, che è durato solamente tre partite per la selezione islandese. Eppure il debutto era stato promettente, con una partita destinata ad entrare nella leggenda. All’esordio, infatti, Aron Gunnarsson e compagni erano riusciti a fermare sull’1-1 nientemeno che l’Argentina. Dopo il vantaggio dei sudamericani con Aguero, il pareggio di Finnbogason ha marcato la prima rete islandese nella storia dei Mondiali. Nella ripresa, poi, il rigore di Messi, parato da Halldorsson, è un altro highlight che verrà regalato alla storia. Dopo questo exploit all’esordio, però, l’Islanda non è riuscita a ripetersi: le due sconfitte con Nigeria e Croazia (balcanici che poi saranno futuri finalisti) lo testimoniano. Un’esperienza comunque esaltante, nella quale siamo peraltro riusciti a coinvolgervi raccontandovi le partite in diretta scritta tramite la nostra pagina Facebook; iniziativa che, modestia a parte, è stata un successo.

Il nuovo corso di Hamrén: ora serve rinnovarsi

Dopo l’esperienza Mondiale, ha salutato il ct Heimir Hallgrimsson, a caccia di nuove sfide. Come tecnico è stato quindi scelto lo svedese Erik Hamrén, non particolarmente amato in patria. Con il nuovo commissario tecnico, a dire il vero, non c’è stato un grandissimo rinnovamento per quanto riguarda il parco tecnico dei giocatori. Con lo stesso zoccolo duro del Mondiale, l’Islanda ha preso parte alla UEFA Nations League, nella Serie A della competizione. Purtroppo è stato un fiasco: 4 partite con 4 sconfitte, una sola rete fatta e ben tredici subite. Pesa sul bilancio, in particolare, il 6-0 tennistico con cui la Svizzera ha sconfitto la selezione islandese. Altri dati purtroppo negativi da far notare: eccettuate le due amichevoli non ufficiali contro l’Indonesia, l’Islanda nel 2018 non ha mai vinto. Inoltre, a parte le gare contro gli indonesiani e quella già citata contro l’Argentina, nel Mondiale, quest’anno ha sempre subito almeno due gol a partita.

Tale batosta, però, può essere utile in ottica futura. Bisogna ripartire facendo esperienza e aspettando che il nuovo corso si sistemi: in tal senso, qualche segnale positivo è arrivato dall’amichevole con la Francia, nella parte conclusiva del 2018, terminata 2-2 (ma i nordici conducevano 2-0 a pochi minuti dal termine, ndr). Ci auguriamo inoltre che nell’Islanda del 2019 possa trovare spazio Arnór Sigurðsson, fantasista classe ’99 del CSKA già a segno in Champions League contro Roma e Real Madrid. Potrebbe essere lui l’erede del Sigurðsson più famoso, Gylfi: ma per ora meglio non addossargli troppe responsabilità.

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Arnór Sigurðsson in azione contro la Roma, con la maglia del CSKA Mosca.

Nazionale femminile, una delusione… Mondiale

In campo femminile, la Nazionale islandese si giocava la qualificazione al Mondiale del 2019. Anche qui, purtroppo, c’è da registrare tanta amarezza. Nulla da dire contro le ragazze, che si sono battute come leonesse; l’amarezza risiede nel fatto di aver perso la qualificazione dopo che questa era vicinissima. Impegnata nel girone contro la fortissima Germania, infatti, le islandesi erano riuscite nell’impresa di battere le tedesche in casa loro. Nella partita di ritorno, penultima gara del girone, la Germania è riuscita però a espugnare Reykjavik, andando a vincere il suo girone e strappando un sudatissimo pass per i Mondiali.

Oltre al danno, la beffa: per un solo punto, l’Islanda femminile, pur arrivata seconda nel suo girone, non è riuscita ad accedere nemmeno ai playoff qualificazione tra le seconde classificate. Tanto amaro in bocca per Sara Björk Gunnarsdóttir e compagne, che sono andate vicinissime a una qualificazione che avrebbero meritato.

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Foto della Nazionale islandese femminile, risalente a un’amichevole con il Brasile di un anno e mezzo fa.

Valur ancora campione, in Europa manca l’acuto

Per quanto riguarda il campionato locale, in Islanda si conferma campione il Valur, al secondo alloro consecutivo. In discesa invece l’FH, deludente nella scorsa stagione, che ha faticato anche quest’anno arrivando solamente quarto: per i bianconeri di Hafnarfjörður è subentrato un periodo di transizione dal quale cercheranno di uscire. Ottimo invece il secondo posto del Breiðablik, squadra che arrivava da un 2017 davvero deludente. I verdi si riconfermano tra le squadre migliori d’Islanda e sono riusciti a tornare in Europa.

Proprio in Europa, tuttavia, si conferma l’incapacità da parte delle squadre islandesi nell’arrivare a una fase a gironi, sia essa di Champions League o Europa League. Eppure non erano mancati segnali positivi: ad esempio l’FH è uscito al secondo turno preliminare facendo sudare sette camicie all’Hapoel Haifa. E meglio ancora ha fatto il Valur, giunto al terzo turno preliminare ed eliminato dai moldavi (pardon, transnistriani) dello Sheriff Tiraspol per la regola dei gol in trasferta: 0-1 in Moldavia, vittoria islandese per 2-1 a Reykjavik. Purtroppo, troppo poco per accedere agli spareggi, dove il Valur avrebbe trovato gli azeri del Qarabag, i quali, se non altro, hanno “vendicato” i valsmenn eliminando lo Sheriff. Da notare, peraltro, che il Valur è sì uscito al primo turno preliminare di Champions, ma aveva fatto sudare non poco il Rosenborg (vittoria 1-0 all’andata, rocambolesca sconfitta 3-1 in Norvegia). Certo, come detto non siamo ancora vicinissimi alla qualificazione ai gironi, ma il Valur si è comportato bene.

Faroer, alla Nazionale manca solo il salto di qualità

In casa isole Faroer ci sono diversi spunti. La Nazionale ormai sta migliorando sensibilmente, dopo aver ottenuto addirittura 9 punti (con due vittorie e tre pareggi) nel girone di qualificazione per i Mondiali. Nella prima edizione della Nations League, forse, ci si sarebbe aspettato qualcosa in più dalla Nazionale del piccolo arcipelago, che comunque si è comportata piuttosto bene. Il Kosovo, però, si è dimostrato troppo forte per la Nazionale faroese, che è stata capace di centrare una sola vittoria nelle 6 gare giocate: troppo poco per ambire al passaggio del turno. Poco male, i faroesi hanno fatto esperienza e hanno comunque dimostrato in questo ultimo biennio di essere cresciuti molto: manca ancora un piccolo, ulteriore, salto di qualità.

A livello di singoli, segnaliamo che Jóan Símun Edmundsson, giocatore più rappresentativo della Nazionale maggiore, si sta comportando benissimo nella sua nuova avventura in Germania. Con l’Arminia Bielefeld, sinora, 13 presenze e 3 reti, con 5 assist all’attivo, in Seconda Divisione. Chissà se il classe ’91 non possa ricevere in futuro anche una chiamata dalla Bundesliga: se dovesse continuare così non sarebbe da escludere.

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Jóan Símun Edmundsson in azione con la maglia dell’Arminia Bielefeld.

Ma la vera novità è Páll Klettskarð, ex attaccante del KÍ Klaksvík che è diventato il primo faroese a giocare in Italia: ora milita nel Breno, in Eccellenza lombarda. Una notizia davvero succosa per gli appassionati! Tempo fa abbiamo anche intervistato il ragazzo e il ds della squadra, Enrico Dalè, artefice del suo trasferimento in Italia.

Intanto lo scudetto è tornato nella Capitale

Dopo un 2017 palpitante, in un testa a testa tra KÍ Klaksvík e Víkingur Gøta (con questi ultimi a laurearsi campioni), quest’anno lo scudetto è tornato nella capitale. I rossoneri dell’HB Tórshavn hanno infatti stravinto l’edizione 2018 della Formuladeildin (da quest’anno Betri Deildin per motivi di sponsorizzazione; prima era Effodeildin). E pensare che l’HB arrivava da un 2017 davvero deludente, in cui i rossoneri avevano mancato addirittura la qualificazione europea. Quest’anno si sono rifatti, dando ben 18 punti di scarto alla seconda classificata, l’NSÍ Runavík. Curiosamente, i rossoneri hanno invertito il proprio ruolo con quello del Víkingur Gøta, quinto classificato e fuori dalle coppe. Sulla stagione dell’HB è giusto porre l’accento su un singolo: Adrian Justinussen, esterno d’attacco classe 1998, che si è laureato capocannoniere con 20 gol all’attivo. Davvero niente male per un ventenne! Anche e soprattutto in ottica Nazionale…

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Adrian Justinussen, classe ’98, trascinatore dell’HB con i suoi 20 gol. E’ lui il futuro delle Faroer? (Foto: in.fo)

E in Europa? Com’era prevedibile, il Víkingur Gøta è immediatamente uscito al primo turno nella fase di qualificazione (Champions League): troppo forti i finlandesi dell’HJK Helsinki. Il Víkingur ha quindi proseguito il suo cammino scendendo in Europa League, ma anche qui è stato eliminato subito, battuto nettamente dai georgiani della Torpedo Kutaisi. A proposito di Europa League, il KÍ Klaksvík è riuscito almeno a superare il preliminare battendo i maltesi del Birkirkara, per poi uscire a testa alta con i lituani dello Zalgiris. Si fermano al secondo turno il B36 (sfida impossibile con i turchi del Besiktas), mentre era uscito nel primo turno anche l’NSÍ contro gli scozzesi dell’Hibernian.

Groenlandia, in attesa di novità rivince il B-67

Per quanto riguarda la Groenlandia, dopo la grande novità del 2017 è tornata la normalità. E normalità, in Groenlandia, significa vedere il B-67, squadra della capitale Nuuk, campione nazionale. Battuto in finale il Nagdlunguaq-48. Nel 2017, invece, aveva trionfato l’Inuit Timersoqatigiiffiat-79, al primo titolo della sua storia, proprio contro il B-67 ai calci di rigore.

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Il B-67 torna ad essere campione di Groenlandia.

2019: niente calcio agli Island Games, ma…

Purtroppo, il 2019 vedrà un brutto colpo per il calcio in Groenlandia. Infatti si terranno gli Island Games in quel di Gibilterra, ma per una questione relativa alle strutture, il torneo di calcio non potrà essere disputato: è la prima volta a partire dal 1985. Un vero peccato, vista l’importanza che ricopre questa manifestazione per Stati insulari così piccoli, considerando che le occasioni di vedere all’opera queste Nazionali sono davvero poche. Al suo posto, comunque, verrà disputato un torneo “non ufficiale” ad Anglesey, dal 15 al 22 giugno: si tratta dell’Inter Games Football Tournament, manifestazione aperta proprio alle squadre partecipanti agli Island Games.