Questa storia inizia 55 milioni di anni fa
No, non è l’inizio di una fiaba ambientata nella notte dei tempi. Piuttosto, è l’inizio di una nuova avventura sulla storia faroese. Come sicuramente sa chi ci segue già dai tempi di CIEF, questa redazione ha particolarmente a cuore le questioni culturali legate ai paesi di cui ci occupiamo. La cultura è infatti quasi sempre l’eredità della storia di un popolo, e il popolo faroese ha molte più cose da raccontare di quanto ci si aspetterebbe.
Nonostante molti ignorino la loro posizione geografica e finanche la loro stessa esistenza, le isole Fær Øer hanno un passato di tutto rispetto, ed è giusto che i lettori di questo sito possano approfondire un argomento praticamente inesistente nella lingua del Bel Paese. Non è questa la sede per riempire questo vuoto, ma daremo comunque una panoramica quanto più vasta possibile sul tema. A dimostrazione di ciò, il nostro punto di partenza non sarà l’età vichinga (cosa che fa praticamente chiunque si occupi di storia faroese), ma il Paleogene, vale a dire il periodo geologico in cui questa storia ebbe davvero inizio.
Ultima premessa: a differenza della rubrica sulla storia d’Islanda, questa rubrica non è frutto di tesi di laurea o quant’altro, ma frutto della conoscenza e della passione. Tenendo a mente ciò, buona lettura!

Così appariva la Terra durante l’Eocene (circa 50 milioni di anni fa). Le Fær Øer erano nate “appena” da cinque milioni di anni (geology.cz)
Capitolo I: la nascita e la formazione dell’arcipelago (circa 55 milioni di anni fa)
Scegliere di partire da un periodo così distante è una scelta non facile, anche perché in questa fase storia e geologia si intrecciano. Tuttavia, parlarne è necessario e serve a capire le caratteristiche del territorio faroese, a suo modo determinante. E partire direttamente dall’età vichinga non ci sarebbe di nessun aiuto: per quello, c’è già Wikipedia.
Comunque, partiamo dalla base. Trovandosi in Europa, le Fær Øer sono ovviamente situate sulla placca eurasiatica. Per quanto incredibile, sono molto più antiche dell’Islanda: 55 milioni di anni le prime, tra i 16 e i 18 la seconda. Ancora più clamoroso è un secondo dato: l’intero arcipelago è di origine vulcanica. In particolare, le isole iniziarono a formarsi tra il tardo Paleocene e il primo Eocene, due epoche appartenti al periodo del Paleogene. Senza tirarla troppo per le lunghe, siamo tra i 58 e i 54 milioni di anni fa. All’epoca, la distanza tra Europa e Groenlandia andava aumentando man mano che l’Oceano Atlantico si espandeva. Questo periodo, particolarmente turbolento, fu segnato da una serie di continue eruzioni vulcaniche. Ciò costituì la base per il plateau basaltico da cui sarebbero nate le isole.
In realtà, le Fær Øer spuntarono in una fascia climatica subtropicale, che permise la crescita di una ricca vegetazione. Quest’ultima cresceva tanto più velocemente nei periodi in cui l’attività eruttiva era, per così dire, minore. Tuttavia, ogni eruzione favoriva il deposito di cenere e altri materiali, oggi ampiamente presenti tra gli strati basaltici “ossatura” delle isole. Tra questi sedimenti abbonda il materiale organico, da cui deriva il carbone presente in luoghi come Hvalba. In questo comune nel nord di Suðuroy, infatti, era attiva una miniera, importante soprattutto nel secolo scorso.

La “foresta di roccia” sull’isola di Mykines. Queste colonne, alte fino a 55 metri, sono ovviamente fatte di basalto (fonte: visitfaroeislands.com)
Lo spostamento verso nord e la scomparsa dei vulcani
Successivamente, circa 50 milioni di anni fa i movimenti delle placche tettoniche allontanarono le isole dalla zona vulcanicamente attiva. Per interderci, stiamo parlando della celebre Dorsale medio atlantica, la lunga catena montuosa sottomarina che taglia in due tutto l’Atlantico. L’Islanda è il suo punto di emersione più celebre, ma l’esempio forse più immediato è costituito dalle Azzorre. Questo magnifico arcipelago, appartente al Portogallo, ci offre un termine di paragone unico, perfettamente calzante. Sebbene ancora più giovani dell’Islanda (Santa Maria, la più antica, ha tra gli 8 e i 10 milioni di anni), anche queste isole hanno origine vulcanica. Tuttavia, mentre Azzorre e Islanda hanno ancora vulcani attivi, alle Fær Øer non esiste nemmeno un minuscolo cratere. Perché? La risposta è proprio nella loro posizione.
Da un lato, infatti, abbiamo l’Islanda e le Azzorre, che costituiscono quello che in geologia si chiama punto caldo. Vale a dire che in queste zone il mantello della Terra si solleva in modo anomalo, accompagnandosi con un’intensa attività vulcanica. Non a caso, la Dorsale altro non è che una lunghissima catena di vulcani. Dall’altro lato, invece, l’arcipelago faroese è stato letteralmente spinto via da questa regione. E infatti la posizione che occupa attualmente è geologicamente molto calma, priva di vulcani e anche terremoti.

L’Europa durante l’ultima glaciazione (glaciazione Würm, circa 10.000 anni fa). Fonte: focus.it
La nascita del paesaggio faroese: dal Quaternario all’uomo
Con quest’ultimo paragrafo la nostra narrazione subisce una brusca accelerazione temporale, ma vi garantiamo che sarà la prima e ultima volta! Scherzi a parte, se escludiamo l’azione dei vulcani, resta da capire cosa abbia modellato il paesaggio delle diciotto isole dell’arcipelago. Un indizio, in tal senso, ci viene fornito dalla presenza dei fiordi. Questi, infatti, non hanno nulla a che vedere con le eruzioni, e il caso della Norvegia valga come esempio. Tutto si deve alle glaciazioni avvenute durante il Quaternario, il periodo geologico iniziato 2,58 milioni di anni fa e tuttora in corso.
Per avere un’idea, pensate che l’ultimo massimo glaciale risale a 20.000 anni fa. All’epoca, il ghiaccio era spesso km e ricopriva in modo permanente tutto il Nord Europa, arrivando in alcuni casi fino alla Germania! I celeberrimi fiordi norvegesi, ma anche quelli islandesi e faroesi, derivano proprio dalla ritirata di questi ghiacci, così come il paesaggio montuoso.
Insomma, avrete capito che parlare di storia delle isole Fær Øer prima dell’era vichinga è obiettivamente difficile, visto che fino a poco più di 10.000 anni fa erano sepolte dal ghiaccio. Può sembrare tanto, ma in termini geologici è praticamente ieri. Poi iniziò l’ultimo disgelo e la temperatura aumentò di molto. Ovunque iniziò a fiorire nuovamente la vegetazione, e in particolare la zona faroese conobbe un grandissimo numero di betulle, poi gradualmente scomparse. In poche parole, le isole che i Vichinghi avrebbero conosciuto poco dopo erano le stesse che cononosciamo noi oggi.
2 commenti
Davvero bello. Complimenti!!!!
Grazie Mimmo! Continua a seguirci, ne arriveranno tanti altri!