L’EB/Streymur è una delle società più giovani del calcio faroese nonché un esempio concreto del detto “l’unione fa la forza”. La fondazione avviene il 23 gennaio 1993 ed è più corretto parlare di fusione. A condividere il proprio destino sono l’Eiðis Bóltfelag, storica polisportiva faroese fondata nel 1913, e lo Streymur la cui storia era iniziata nel 1976.

Curiosamente i villaggi che ospitavano le due squadre non hanno in comune né la municipalità né l’isola. Eiði, 700 anime, fa parte dell’omonima municipalità ed è situata sulla sommità settentrionale dell’isola di Eysturoy. Streymnes, 200 abitanti, è parte dalla municipalità di Sunda nonché sita sull’isola Streymoy, la stessa della capitale Tórshavn. In mezzo c’è lo stretto di Sundini e 16km di macchina.
All’epoca della fusione entrambe le squadre vivacchiavano fra la seconda e la terza serie e non avevano mai acceduto al massimo campionato faroese. Come vedremo, l’EB/Streymur non solo è riuscito a infrangere il tabù, ma pure a vincere lo scudetto.
Lo stadio dell’EB/Streymur… o meglio, gli stadi!
Il primo campo da gioco è stato quello in uso all’Eiði, il magico Á Mølini. Ha una collocazione incredibile, a ridosso della morena che separa il lago Niðara Vatn dal Mar del Nord.
La sua storia è meno conosciuta, ma altrettanto affascinante. La sua costruzione è iniziata nel 1914 poco dopo la fondazione del club. I lavori sono stati fatti in volontariato, chiedendo ad ogni socio del club di dedicarci 10 giornate lavorative. Considerato che si era alla vigilia del primo conflitto mondiale e le ristrettezze in cui versava la popolazione dell’arcipelago ad inizio XX secolo, si tratta di un contributo non da poco.

E’ l’impianto sportivo più a nord dell’arcipelago ed è stato più volte ristrutturato. La prima volta è stata nel 1967, con tanto di cerimonia ufficiale e presenza del primo ministro faroese Sámal Petersen e del governatore danese Mogens Wahl. Nuovi lavori ci sono stati nel 1987 e nel 1996.
L’impossibilità di allestire altre strutture intorno al campo, come uffici e gradinate, ha obbligato l’EB/Streymur a trovare una nuova casa. Non solo, vista l’attitudine a “spazzare” la palla del calcio faroese, non si contava la quantità di palloni che terminavano fra le onde.
I nerazzurri si sono così trasferiti al Við Margáir, nei pressi di Streymnes, inaugurato nel 2007. Attualmente ha 250 posti a sedere ed un migliaio disponibili sui pendii intorno al campo. Lo scorso anno sono stati deliberati nuovi lavori per raddoppiare i posti a sedere, migliorare la loro copertura e potenziare l’impianto di illuminazione.
L’EB/Streymur può contare anche su di un secondo campo, il nuovissimo í Hólmanum di Eiði (costruito nel 2015). Nella stagione 2018 ci ha disputato 5 incontri casalinghi su 14.
La bacheca dell’EB/Streymur
Nell’anno della sua fondazione l’EB/Streymur conquista subito la promozione in massima serie. Seguono annate sulle montagne russe. Nel 1994 retrocede subito, ritorna nel 2001 dopo aver sfiorato la promozione più volte. Nel 2002 si salva ai playout retrocessione, allora previsti per chi arrivava nono. Da allora è una presenza fissa del campionato faroese, salvo il 2016 per la retrocessione dell’anno precedente della quale avevamo parlato con l’allora presidente Signar í Homrun.
Nonostante la storia poco più che ventennale, la bacheca è di tutto rispetto.
Campionati faroesi: 2 (2008, 2012). E’ stato 5 volte vicecampione: 2006, 2007, 2009, 2010, 2011.
Coppa delle Faer Oer: 4 (2007, 2008, 2010, 2011). E’ stato 3 volte vicecampione: 2009, 2012, 2013.
Supercoppa delle Faer Oer: 3 (2011, 2012, 2013). E’ stato 2 volte vicecampione: 2008, 2009.

L’EB/Streymur ha un buon curriculum europeo: 7 partecipazioni, tutte consecutive fra il 2007 ed il 2013. Ha passato il turno una sola volta, all’ultima partecipazione del 2013, contro il Lusitanos di Andorra: 5-1 in casa e 2-2 in trasferta. L’emozione più forte risale al 2008. Al primo turno dell’allora Coppa UEFA pesca il Manchester City. Esce a testa alta incassando un onorevole doppio 2-0.
In campo femminile il progetto nerazzurro ha partecipato al massimo campionato per la prima volta nel 2000. Seguono un po’ di saliscendi e qualche mancata partecipazione. In mezzo segnaliamo una finale di coppa persa per 15 a 0 contro il KÍ Klaksvík nel 2004. Un punto di svolta è stato nel 2013. E’ nato un consorzio con lo Skála (solo in campo femminile). Il nuovo team EBS/Skála ha fatto doppietta nel 2017 e nel 2018, vincendo sia campionato che coppa.
Curiosità e personaggi famosi
La storia dell’EB/Streymur è breve ma intensa e di episodi rilevanti ce ne sono parecchi. Iniziamo rispondendo ad un quesito ricorrente. Come detto in premessa, la società svolge attività su due isole distinte, Streymoy ed Eysturoy. Nonostante ciò le due località centrali nel progetto, Eiði e Streymur distano appena 16km di macchina. In mezzo c’è il Brúgvin um Streymin, il ponte che attraverso il canale nel punto ove è più stretto, appena 200m.
La sfida con il Manchester City è negli annali del calcio faroese. Era l’estate 2008, in porta c’era Joe Hart ed in panchina il gallese Mark Hughes. Poche settimane dopo la proprietà del club sarebbe passata dal thailandese Thaksin Shinawatra all’attuale proprietario, il fondo emiratino legato a Khaldoon Al Mubarak. L’andata si giocò al Tórsvøllur davanti a quasi 6.000 spettatori, il 2-0 fu siglato da Martin Petrov al 9′ e Dietmar Hamann al 28′. Il ritorno si giocò a Barnsley (per la concomitanza con un concerto di Bon Jovi a Manchester) e a segnare fu nuovamente Petrov al 48‘ e Darius Vassell al 90‘.

I nerazzurri hanno costruito i loro successi su talenti fatti in casa. Date le limitate capacità economiche del club, non ci sono possibilità di ingaggiare giocatori da fuori. I trofei arrivati fra 2007 e 2013 sono il frutto di una generazione formidabile che ha scritto una pagina di storia del calcio faroese. Buona parte di loro ha vestito la maglia della nazionale. I due reco più conosciuti sono il difensore Egil á Bö (14 presenze) e l’attaccante Arnbjörn Hansen (18 presenze e 3 goal).
Fra le nuove leve, ricordiamo Gunnar Zachariasen, tragicamente scomparso nel 2014 a soli 22 anni. Uno dei talenti più cristallini del calcio faroese, era un centrocampista con il vizio del goal. Aveva già collezionato 72 presenze (e 13 goal) in prima squadra più 11 presenze e 4 goal nell’U21 faroese. Investito da un carico di pesce nella fase di scarico da un peschereccio mentre lavorava al porto, è morto sul colpo.
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