Hekla, che in islandese significa cappuccio, deve il suo nome alla coltre di nubi che spesso copre la sua sommità. Sebbene il pensiero possa volare verso Cinisello Balsamo, stiamo parlando di uno dei vulcani più temuti del Medioevo. La terribile eruzione del 1104, che coprì mezza Islanda di tefra, fu divulgata dai monaci cistercensi per tutta Europa, guadagnandosi la reputazione di Porta dell’Inferno.

Una suggestiva immagine dell’Hekla e del suo “cappuccio” (icelandictimes.com)
Il poema del monaco Benedeit sui viaggi di San Brendano menzionava l’Hekla come la Prigione di Giuda. Le sue continue eruzioni, con conseguenze spesso catastrofiche, non fecero che accrescere la sua fama infernale.
Dati generali dell’Hekla
Nome: Hekla
Altezza: 1.488m
Ultima eruzione: 26 febbraio 2000
Frequenza delle ultime eruzioni: 2000, 1991, 1980, 1970, 1947, 1913, 1878, 1845, 1766, 1725, 1693, 1636, 1597, 1554, 1510, 1440, 1389, 1341, 1300, 1222, 1206, 1158, 1104.
Negli ultimi 7.000 anni, un terzo delle ceneri vulcaniche depositate fra Scandinavia, Germania e Isole Britanniche provengono dall’Hekla. Se il Grímsvötn detiene il record di lava eruttata in colpo solo, l’Hekla è fra quelli che detiene il “record di produzione” nel corso dei millenni. Se non è la porta dell’Inferno, poco ci manca.
L’Hekla alterna eruzioni deboli di breve durata ad altre decisamente più lunghe e devastanti che, nel corso della storia, hanno avvelenato i terreni circostanti. Le sue eruzioni sono difficilmente prevedibili. Si è notata una certa corrispondenza fra gli intervalli di tempo delle sue eruzioni e la loro intensità. Più lungo è il sonno del vulcano, più terribile sarà il suo risveglio.
Distanza da Reykjavik ed escursioni
L’Hekla è raggiungibile in macchina da Reykjavik, attraverso 155km di strada percorribili in 2 ore e mezza circa. L’ultimo tratto è costituito da una F-road, percorribile solo con 4×4. E’ una meta molto ambita dagli escursionisti. L’ascesa non è molto impegnativa, tuttavia è richiesta l’attrezzatura per il ghiaccio ed è meglio farsi accompagnare da una guida pratica del percorso. Soprattutto bisogna tener conto del rischio di eruzione. L’Hekla dà meno di un’ora di preavviso per le sue eruzioni, tempo insufficiente per allontanarsi dal vulcano in sicurezza ed evitare non solo la lava, ma anche gas venefici, ceneri, inondazioni lungo i pendii.

La collocazione dell’Hekla rispetto alla capitale (google.it/maps)
Segni particolari dell’Hekla
La sua fama infernale è largamente diffusa nella letteratura europea. Nel Flateyjarbók, il più grande manoscritto medioevale islandese scritto fra il 1387 ed il 1394, si parla dell’eruzione del 1341 e degli uccelli che volavano intorno al vulcano scambiati per anime.
Ancora Caspar Peucer, matematico tedesco ed esponente della riforma protestante, alla fine del 1500 indicava la via dell’Inferno attraverso gli abissi dell’Hekla.
Anche Giacomo Leopardi si riferisce alla sua furia nel Dialogo della natura e di un islandese.
William Blake cita l’Hekla per chiudere il suo poema To Winter.
Persino nel Moby Dick di Herman Melville (che era americano) è usato come metafora: “Landlord,” said I, going up to him as cool as Mt. Hecla in a snow storm,—”landlord, stop whittling. You and I must understand one another, and that too without delay“.
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