Quanto guadagna un calciatore in Islanda? Spesso ci capita di ricevere proposte di calciatori che si offrono di giocare nel campionato islandese e domande su quanto si guadagni giocando nei campi dell’isola. Uninchiesta di fotbolti.net pubblicata il 30 luglio dà finalmente una risposta concreta e precisa.

Quanto guadagna un calciatore in Islanda? (sportskeeda.com)

I numeri nudi e crudi

La redazione di fotbolti.net ha inviato un questionario ai calciatori che militano in Pepsi Max deildin chiedendo di indicare in quale fascia di retribuzione rientrino. Hanno risposto 191 giocatori. E’ una media di 16 a squadra, pressoché la totalità dei calciatori della massima serie.

STIPENDI in €/mese % NUMERO CALCIATORI
0 – 266 19,37 37
266 – 540 5,76 11
540 – 894 9,42 18
894 – 1.789 15,71 30
1.789 – 3.585 29,84 57
3.585 – 7.169 14,66 28
7.169 – 13.451 2,62 5
13.451 – 26.902 1,05 2
oltre 26.902 1,57 3

Ricchi e poveri

Molte testate straniere che hanno commentato i risultati del sondaggio si sono fatte entusiasmare dalle cifre più alte dichiarate. Sicuramente è sorprendente trovare stipendi mensili che si aggirano intorno ai 30.000€ e 10 giocatori che guadagnano dai 7.000€ in su. Però vale la pena sottolineare come siano solo il 5,24% del totale, neppure un giocatore a squadra. Inoltre recentemente hanno fatto ritorno in patria tre colonne della nazionale del calibro di Hannes Halldorsson, Birkir Sævarsson, Kári Árnason. Si tratta di professionisti con militanza decennale in campionati di mezza Europa e quasi un centinaio di presenze in nazionale. Facile che 3 dei 10 siano loro.

Viceversa sono 66, ben il 34,56% quelli che guadagnano meno di 1.000€. Vuol dire che 1 calciatore su 3 prende poco più di un rimborso spese.

La maggioranza dei giocatori è concentrata nella fascia 894 – 3.585€, ben 87 giocatori pari al 45,55%. Basta per vivere nel paese più caro d’Europa, dove la vita costa il 56% più che in Italia? Dipende quanto si è più vicini ai 1.000 o ai 3.500, andiamo a vedere nel dettaglio.

Quanto guadagna un calciatore in Islanda basta per viverci?

Secondo gli ultimi rilevamenti ufficiali, nel 2017 lo stipendio medio lordo di un lavoratore islandese è stato di 3.340€. Per quella fascia di reddito gli islandesi pagano tasse pari al 36,94%, calcolata deducendo i primi 433€ guadagnati. Verosimilmente uno stipendio medio netto in Islanda si aggira intorno ai 2.266,15€.

Nel sondaggio non è specificato se lo stipendio percepito dai calciatori sia netto o lordo. Nel primo caso, calcolando per comodità che vi rientrino metà dei giocatori compresi nella fascia 1.789/3.585, avremmo 66 giocatori che guadagnano più del lavoratore medio islandese. In percentuale sarebbero pari al 34,56%, per cui 1 calciatore su 3 della Pepsi Max deildin porterebbe a casa quello che può essere ritenuto un buon stipendio.

Nel secondo caso, ovvero che gli stipendi indicati siano al lordo, i calciatori sopra soglia scenderebbero a 38. Equivale al 19,9% del totale, 1 calciatore su 5.

Kopavogur

Kopavogur, sobborgo di Reykjavik. Quanto guadagna un calciatore in Islanda spesso può non bastare per la vita di tutti i giorni (vesselfinder.com)

In sintesi, come evidenziato anche da fotbolti.net, c’è un generale aumento degli stipendi rispetto allo stesso sondaggio condotto nel 2016. Significa che il trend è positivo. Probabilmente ha segnato la differenza per molti calciatori islandesi di fascia medio alta che prima giocavano in campionati di seconda o terza serie in Svezia, Danimarca o Norvegia mentre ora preferiscono il massimo campionato di casa. Però è ancora lunga la strada affinché il campionato islandese diventi professionistico e qualche zona d’ombra rimane. Vediamo anche queste.

Le zone d’ombra

Innanzitutto stiamo parlando del campionato principale. Salvo pochissime eccezioni, in Pepsi Max deild giocano le più importanti società islandesi, per storia e capacità economiche. E’ molto probabile che i giocatori con i cachet più importanti siano concentrati nelle prime 6/7 società in classifica.  Per cui le opportunità di trovare ingaggi interessanti sono decisamente ristrette e sempre più difficili man mano che si scorrono le classifiche verso il basso, anche nelle serie inferiori.

Il secondo dato emerso dal sondaggio di fotbolti.net, fortemente preoccupante, è che il 32,46% dei giocatori ha dichiarato di aver avuto un ritardo nel pagamento del proprio stipendio nel 2019. Nel 2016 era ancora peggio, il 35%.

Durante il mercato invernale era emerso che a Geoffrey Castillon, ora in forza al Fylkir, il Vikingur Reykjavik non aveva corrisposto due mensilità. Pedro Hipólito, l’allenatore portoghese licenziato dall’IBV nelle scorse settimane, ha dichiarato che il suo operato è stato fortemente condizionato dai problemi economici del club.

In questi anni gli stipendi medi saranno anche aumentati, ma poi le società hanno difficoltà ad onorarli e questo problema riguarda ben 1 calciatore su 3. Sono numeri che non hanno nulla da invidiare alla nostra Serie C.

La concorrenza con altri paesi

Un fattore da considerare per un eventuale trasferimento in Islanda è la grande concorrenza di giocatori extra islandesi, con forte attitudine a giocare in campionati esteri. Attualmente in Pepsi Max deild giocano 52 giocatori stranieri, pari al 19,1% dei tesserati.

Ne troviamo di tutte le tipologie: dai giocatori di nazionali esotiche, ex promesse di grandi squadre in cerca di riscatto, professionisti di altri paesi che preferiscono giocare in una massima serie in Islanda piuttosto che in serie inferiori in patria. Nonostante il campionato islandese navighi nei bassifondi del ranking UEFA, la sua portata è globale e negli ultimi anni vi hanno militato giocatori provenienti da tutti e 6 i continenti.

E’ indubbio che il loro apporto abbia alzato il livello del campionato islandese, così come è indubbio che una volta raggiunti buoni livelli abbiano salutato l’Islanda. Pensiamo ai recenti casi di Jonathan Hendrickx o Patrick Pedersen e Gary Martin che hanno fatto avanti e indietro dall’isola più volte.

Jonathan Hendrickx, terzino belga classe 1993, dopo 5 stagioni in Islanda ad ottimi livelli, è tornato in patria al Lommel SK, seconda serie (twitter.com)

Le ultime esperienze di calciatori italiani in Islanda non sono particolarmente fortunate. Ad Ísafjörður, per vicissitudini varie hanno raccolto poco prima Fabrizio Pratticò (con il BÍ/Bolungarvík) nel 2015 e poi Giacomo Ratto (con il Vestri) quest’anno, entrambi portieri. Ha trovato poco spazio anche Giordano Pantano, terzino del Selfoss nel 2016 e nel 2017. Più fortunata l’esperienza di Stefano Layeni, portiere del Fram nel 2016, con cui però non ha raggiunto l’auspicata promozione. Tranne Giacomo Ratto che ha giocato in 2.deild, gli altri 3 hanno militato in squadre di seconda serie.

Nelle serie inferiori è facile trovare calciatori stranieri. Spesso i club integrano i loro stipendi con vitto e alloggio per compensare la bassa remunerazione oppure si tratta di persone che lavorano in loco già da tempo. In alcuni casi, soprattutto nei comuni più remoti dell’isola, le istituzioni locali collaborano con le società sportive e offrono lavori socialmente utili ai giocatori per integrare l’ingaggio.