Negli scorsi giorni abbiamo dato ampio spazio alla nazionale femminile dell’Islanda, giunta ad un soffio dalla qualificazione ai mondiali. La sua presenza internazionale è iniziata ben prima dei colleghi maschi. Andiamo a vedere quale è la situazione del campionato femminile islandese, la Pepsideild Kvenna, che rispetto al campionato maschile ha qualche differenza.

Uno dei banner pubblicitari della Pepsi, sponsor ufficiale del campionato di calcio sia maschile che femminile (facebook.com)
Il campionato femminile islandese
Le differenze con i colleghi uomini sono di forma e di sostanza. Innanzitutto è un campionato a 10 squadre anziché 12. Esistono altre due serie, la Inkassodeild Kvenna (seconda serie) a dieci squadre, e la 2.deild (terza serie) a 8 squadre. Alle coppe europee si qualifica solo la prima classificata, che va a giocarsi la Women’s Champions League. Le ultime due retrocedono.
Negli ultimi anni la classifica è sempre stata spaccata a metà. Il gruppo formato da Thor/KA, Breidablik, Stjarnan, Valur e IBV è quello che si è conteso le prime posizioni. Le restanti squadre si trovavano a giocare con la formula “primo, non prenderle”. I punteggi tennistici sono abbastanza frequenti nel campionato femminile islandese e fanno la gioia dei fantallenatori del fantacalcio islandese femminile.

Le giocatrici del Thor/KA festeggiano la conquista del titolo di campioni d’Islanda nel 2017 (frettabladid.is)
KR e FH che fra i maschi sono considerati squadroni, qui si trovano nelle posizioni di rincalzo. Anzi, quest’anno l’FH è praticamente retrocesso ed il KR rischia seriamente. E’ difficile che le neopromosse riescano ad insediare le prime che possono contare sui vivai più prolifici, Breidablik in testa.
I risultati europei dei club islandesi
Qui c’è la prima differenza sostanziale con gli uomini. I club del campionato femminile islandese sono presenti e si sono sempre difesi con onore. Quest’anno lo Stjarnan ha vinto il suo girone di qualificazione (con le croate dell’Osijek, le faroesi del KI Klaksvik, le macedoni dell’Istatov), ha passato i sedicesimi contro le russe del Rossijanka (1-1 e 4-0) e si è arreso agli ottavi contro le ceche dello Slavia Praga (1-2 e 0-0).
Lo scorso anno il Breidablik vinse a sua volta il suo girone composto dalle serbe dello Spartak Subotica, le gallesi del Cardiff Metropolitan e le bulgare dell’NSA Sofia. Si arrese ai sedicesimi contro le forti svedesi dell’FC Rosengård di Malmo: 1-0 e 0-0.
Nel 2015/2016 fu nuovamente lo Stjarnan a distinguersi. Vinse a son di goleade il proprio girone con le cipriote dell’Apollon Limassol, le faroesi del KI Klaksvik e le maltesi dell’Hibernians. Ai sedicesimi si fermarono davanti alle russe dello Zvezda Perm che si imposero con un doppio 3-1.
Le due stagioni precedente sono quelle in cui si materializza l’incubo russo. Nel 2014/2015 sempre lo Stjarnan partì direttamente dai sedicesimi, ma uscì subito sempre per mano delle russe dello Zvezda Perm: 2-5 e 1-3. La stagione precedente il Thor/KA, partito anch’esso dai sedicesimi, viene eliminato dalle russe dello Zorkij Krasnogorsk: 1-2 e 1-4.
Il palmarès della Serie A femminile, tinto di biancoverde
Il campionato islandese femminile si disputa dal 1972. Nelle ultime tre stagioni hanno vinto tre squadre diverse (Breidablik nel 2015, Stjarnan nel 2016, Torh/KA nel 2017). Tuttavia nelle precedenti stagioni i rapporti di forza erano molto ben delineati. Su 46 edizioni, solo 8 società diverse lo hanno conquistato.

Il Breidablik festeggia la sua bomber Berglind Björg Þorvaldsdóttir dopo uno dei suoi tanti goal. Le biancoverdi sono le favorite per vincere il titolo del 2018 (mbl.is)
Il colore prevalente è quello biancoverde del Breidablik: 16 titoli. Insegue a distanza il Valur con 10 titoli, che ne ha conquistati 5 di fila fra il 2006 e il 2010 (ultimo trionfo). Terzo posto per il KR con 6 successi (ultimo nel 2003). Quarto posto a pari merito per FH e Stjarnan. Se per la squadra di Garðabær sono tutti successi recenti, quella di Hafnarfjörður non festeggia dagli anni ’70: quattro successi nelle prime cinque edizioni.
Non poteva mancare l’IA di Akranes, con 3 successi negli anni ’80. Due trofei li conta il Thor/KA, campione in carica (l’altro è del 2012). Un successo l’ha conquistato l’Ármann, nel 1973. Curiosità: è una polisportiva di Reykjavik fondata nel lontano 1888 da giovani islandesi appassionati di wrestling. Da tempo ha abbandonato il calcio, dedicandosi soprattutto a sport individuali.
La stagione 2018 allo sprint finale
Mancano tre giornate alla fine del campionato femminile islandese e il terz’ultimo turno può essere quello decisivo. Il Breidablik capolista ospita il Thor/KA secondo classificato a due punti di distanza. Una vittoria darebbe la certezza quasi matematica della vittoria del 17° titolo per la squadra di Kopavogur, a cui comunque potrebbe andare bene anche il pareggio. La squadra di Akureyri, per confermarsi campione in carica, ha assoluto bisogno di espugnare il Kópavogsvöllur.
Nelle ultime due partite il Thor/KA dovrà per altro affrontare sia la terza (lo Stjarnan) che la quarta (il Valur). Al Breidablik tocca prima il Selfoss pressoché salvo ed il Valur.
In coda è pressoché spacciato l’FH. Ne veniva da una stagione abbastanza positiva, ma ha svecchiato molto e perso le giocatrici migliori. Il secondo posto per l’inferno se lo giocano Grindavik e KR. Manca un punto per la matematica salvezza alle due neopromosse Selfoss e HK/Vikingur. Si affronteranno anche loro alla terzultima. Pronostici per il risultato?
Ha deluso l’IBV. Le bianconere sono molto distanti dallo scorso anno quando a tratti lottarono anche per la vittoria e vinsero la Coppa d’Islanda. A proposito di Coppa, indovinate chi l’ha vinta quest’anno? Il Breidablik, 2-1 sullo Stjarnan.
Le protagoniste del campionato femminile islandese e della nazionale
Come abbiamo ricordato nel nostro precedente articolo sulla nazionale femminile, più di metà delle convocate gioca nella Pepsideild Kvenna. Guardando le convocate per le ultime due partite contro Germania e Repubblica Ceca, sono ben 13.
La pattuglia più folta è quella del Breidablik con 6 giocatrici: Sonný Lára Þráinsdóttir (terzo portiere), Guðrún Arnardóttir (difensore), Agla María Albertsdóttir, Selma Sól Magnúsdóttir e Alexandra Jóhannsdóttir (centrocampiste), Berglind Björg Þorvaldsdóttir (attaccante).
Segue il Valur con quattro convocate: Sandra Sigurðardóttir (portiere), Hallbera Guðný Gísladóttir (difensore), Fanndís Friðriksdóttir ed Elín Metta Jensen (attaccanti).
Infine presenziano il Thor/KA con le due giovani Anna Rakel Pétursdóttir (difensore) e Sandra Jessen (centrocampista), lo Stjarnan con Telma Hjaltalín Þrastardóttir (attaccante).

Fanndís Friðriksdóttir durante la sua presentazione per l’Olimpique di Marsiglia (dailymotion.com)
Nella classifica cannonieri brilla Berglind Björg Þorvaldsdóttir con 16 reti, inseguita con 13 reti dal duo del Thor/KA Sandra Jessen e Sandra Mayor Gutierrez. Di quest’ultima, messicana, avevamo parlato in passato in un articolo sui gay nel calcio. Nel Thor/KA gioca anche un’altra messicana, Blanca Sierra, compagna di squadra e di vita. Ad Akureyri hanno trovato la loro isola felice e, data l’attenzione che hanno gli islandesi hanno per i diritti, non stupisce.
Nella top five restano Elin Metta Jensen (Valur) con 11 reti e Harpa Þorsteinsdóttir (Stjarnan) con 8.
La classifica dei cannonieri non riserva grandi sorprese: lo scorso anno vinse la Mayor Gutierrez con 19 reti, seguita dalla Jensen con 16 e Berglind Björg a 15. Manca all’appello Katrín Ásbjörnsdóttir, lo scorso anno protagonista con 13 reti. La sua scarsa vena le è costata il posto in nazionale. Nel 2016 invece fu Harpa Þorsteinsdóttir ad aggiudicarsi il titolo di capocannoniere con 20 reti. Nel 2015 fu Fanndís Friðriksdóttir a vincere con 19 reti. Quest’anno è arrivata al Valur a metà stagione, dopo aver giocato con le francesi dell’Olimpique Marsiglia.
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