Lo Stjarnan di Ólafur Þór Guðbjörnsson esce a testa alta dagli ottavi di finale di UEFA Women’s Champions League. Due buone gare, nel complesso, contro le ceche dello Slavia Praga che, nonostante l’esito finale, non possono e non devono cancellare quanto di buono è stato fatto nelle precedenti cinque. L’anno prossimo non potranno riprovarci, dopo una Pepsideild non all’altezza della rosa avuta a disposizione dall’ex tecnico della nazionale femminile Under 19, ma dovranno tornare ad essere le assolute protagoniste in patria. Vediamo, nel dettaglio, le pagelle del match di Freezeland.it.

Lára Kristín Pedersen ha disputato una grande partita all’Eden Arena di Praga (Hafliði Breiðfjörð – Fótbolti.net).
Gemma Fay 6,5: l’ex capitano della nazionale scozzese, non è stata particolarmente impegnata ieri sera, se si esclude la traversa colpita da Kateřina Svitková e un goal salvato da Ana Victoria Cate Aguilar nel primo tempo. Nell’ordinaria amministrazione diamo però mezzo voto in più, perché nella seconda frazione proprio Svitková la costringe agli straordinari, in un intervento ravvicininato, tenendo momentaneamente aperta la qualificazione.
Bryndís Björnsdóttir 6: limitata al classico compitino. Non sempre spinge sulla corsia di competenza, complice la presenza dell’offensiva Lorina White sulla fascia opposta e, soprattutto, di Donna-Kaj Henry qualche metro più avanti, ma garantisce grande affidabilità nel sistema di gioco delle Silfurskeiðin.
Anna María Baldursdóttir 6: prestazione nettamente migliore rispetto all’andata, precisa e pulita. Sufficienza piena.
Kim Dolstra 6: l’olandese ex AGSM Verona, come Baldursdóttir, gioca decisamente meglio rispetto alla settimana scorsa e salva il risultato nel secondo tempo.
Lorina White 6,5: è un trenino che non smette di correre per tutta la partita. Corre, attacca, non sempre difende come dovrebbe, ma risulta essere costantemente tra le migliori.
Ana Victoria Cate Aguilar 6,5: il terzino che, ormai, gioca e bene a centrocampo, salva sulla linea un goal già fatto della solita Svitková nel primo tempo. Avrebbe potuto fare qualcosa in più in fase offensiva, come ci ha abituati in Pepsideild, ma Sæmundur Friðjónsson e Einar Páll Tamimi dovrebbero blindarla.
Lára Kristín Pedersen 7: prestazione straordinaria per il mediano ex Afturelding. È una diga in mezzo al campo, apre bene il gioco e sfiora il goal con un tiro dalla distanza che colpisce il palo della porta difesa da Barbara Votíková nel primo tempo. Fa tutto quello che da lei ci si aspetta. Freyr Alexandersson dovrebbe riprenderla in considerazione per l’Algarve Cup 2018?
Donna-Kay Henry 6,5: sempre un piacere vedere le giocate dell’ala giamaicana. Proprio da una di queste sue skills, parte l’azione che porta al palo colpito da Pedersen. È nel mirino dell’FH, sarebbe una grande perdita.
Katrín Ásbjörnsdóttir 6,5: sicuramente avrebbe potuto e dovuto calciare in porta più volte, anziché tentare un ultimo passaggio negli ultimi metri. Ma con il trequartista della nazionale, valo lo stesso discorso fatto per Henry.
Agla María Albertsdóttir 5,5: ci si aspetta sempre grandi cosa da lei. È stata molto ben marcata, tanto da non farla entrare quasi mai in partita. È giovanissima, avrà tante altre opportunità anche in nazionale, dove è meritatamente tra le rotazioni delle titolari.
Harpa Þorsteinsdóttir 6,5: probabilmente è stata l’ultima occasione, o una delle ultime, (mancata) per giocare un quarto di finale che, una delle più grandi giocatrici della storia del calcio femminile islandese, avrebbe ampiamente meritato. Brava Barbara Votíková a respingere in corner una sua conclusione in avvio. Fa vedere le sue grandi qualità a più riprese. A
Þorsteinsdóttir si può solo dire “takk fyrir”, ma ti aspettiamo sempre in nazionale.
Guðmunda Brynja Óladóttir (64°) 6: entra dopo poco più di un’ora, si muove bene e offre ottime palle filtranti. Tuttavia, due panchine consecutive fanno pensare a un imminente ritorno a casa (Selfoss).
Kristrún Kristjánsdóttir (89°) ng.
Ólafur Þór Guðbjörnsson 6: ha fatto tutto quello che poteva. Ha schierato le “titolarissime” proseguendo con la sua idea di calcio. Per l’Europa, chapeau.
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