Negli scorsi giorni la nazionale femminile islandese ha mancato d’un soffio la qualificazione ai mondiali. Nonostante la cocente delusione, è un’ulteriore testimonianza di quanto il movimento calcistico si sia sviluppato in Islanda. Rispetto ai colleghi uomini però ci sono un paio di grosse differenze: il precedente debutto internazionale e la forza dei club islandesi, che brillano in Europa e forniscono alla nazionale più di metà delle giocatrici.

Nazionale femminile islandese

La nazionale femminile islandese pronta a scendere in campo, grintosa come sempre (guidetoiceland.is)

L’Islanda, come paese, sulle pari opportunità è fra i più avanzati al mondo. Anche nel calcio non fa eccezione. Strutture e sponsor condivisi con gli uomini, un tifo appassionato e un clima sereno intorno al campo da calcio. Ce ne aveva parlato anche Marta Carissimi, centrocampista della nazionale italiana, che aveva giocato nello Stjarnan nel 2014.

L’esordio internazionale della nazionale femminile islandese: Finlandia 2009

La nazionale maschile ha centrato la prima partecipazione ad una manifestazione internazionale nel 2016, gli Europei in Francia. Le islandesi c’erano già riuscite ben 7 anni prima. Era la nazionale di Sigurður Ragnar Eyjólfsson, Siggi Raggi, guru del calcio islandese. Conquistati i playoff con un secondo posto in un girone difficile (vinto dalla Francia che perse solo con le islandesi, poi Slovenia, Serbia e Grecia), ottennero il pass contro l’Irlanda: 1-1 a Dublino, 3-0 a Reykjavik.

Sigurður Ragnar Eyjólfsson

Siggi Raggi ai tempi in cui allenava la nazionale femminile islandese (wikipedia.org)

Fra le convocate per le ultime due partite contro Germania e Repubblica Ceca ci sono diverse “superstiti” di quella nazionale. Sono il portiere Gudbjörg Gunnarsdóttir (allora era la numero 12), il difensore Sif Atladóttir (riserva), la centrocampista Rakel Hönnudóttir (riserva pure lei) e una giovanissima Sara Björk Gunnarsdóttir che già trascinava con i suoi goal. Citiamo anche la stella dello Stjarnan Harpa Þorsteinsdóttir e il difensore Hólmfríður Magnúsdóttir che, seppur non convocate nelle ultime due partite, hanno giocato alcune delle partite di qualificazione.

In Finlandia collezionarono tre sconfitte, ma senza sfigurare nel girone di ferro con Germania (futura vincitrice), Norvegia (semifinalista) e Francia. Da quell’edizione, l’Islanda non ha più mancato una qualificazione.

Il cammino in Algarve Cup

L’Algarve Cup è un torneo organizzato ogni anno, su invito, dalla federazione portoghese. Partecipano dodici nazionali da tutto il mondo, divise in tre gironi da quattro.

Si tiene dal 1994 e vi hanno partecipato tutte le nazionali femminili più forti: Germania, Brasile, Stati Uniti, Cina, Canada. L’invito all’Algarve Cup è sempre ambito poiché testimonia l’importanza del movimento che si va a rappresentare.

La nazionale femminile islandese partecipa ininterrottamente dal 2007 e ha un palmarès di tutto rispetto. Ha colto un secondo posto nel 2011 e due terzi posti nel 2014 e nel 2016. Quest’anno aveva chiuso al nono posto.

Euro 2013, il risultato migliore e la chiusura del ciclo di Siggi Raggi

Nel 2013 arriva il risultato migliore, il raggiungimento dei quarti, anche qui passando da un girone di ferro. Sempre Germania e Norvegia (che si affronteranno in finale, risolta 1-0 dalle tedesche) e Olanda. L’Islanda si qualifica con il terzo posto, ai quarti cede 4-0 alla Svezia e si chiude il ciclo in panchina di Siggi Raggi. Sotto di lui l’Islanda ha iniziato a sedersi al tavolo delle grandi.

E’ una nazionale che si appresta a vivere un ricambio generazionale importante. Un folto gruppo di veterane è affiancato da alcune ragazzine di talento, Fanndís Friðriksdóttir su tutte. Eyjólfsson, nonostante il pressing della federazione, ritiene più giusto farsi da parte perché ritiene di aver ottenuto il massimo da questo gruppo. Lascia così al successore il compito di costruirsi su misura la nuova nazionale.

Il quinquennio chiaro scuro di Freyr Alexandersson

Gli succederà un giovanissimo Freyr Alexandersson, all’epoca trentenne e giovane assistente della sorpresa Leiknir Reykjavik. Alexandersson porterà avanti un rinnovamento graduale e paziente. Con qualche giovane innesto in un gruppo collaudato, guiderà la nazionale femminile islandese ad una brillante qualificazione diretta agli europei olandesi del 2017. In patria ci sono grandi aspettative, le vichinghe vengono inserite nel novero delle possibili sorprese. Tuttavia la campagna olandese sarà deludente. Un po’ di sfortuna, in campo e per alcuni infortuni a ridosso della manifestazione, e qualche prestazione sottotono fermano l’Islanda a zero punti. Il girone era tutto sommato abbordabile: Francia, Austria e Svizzera.

Sara Bjork Gunnarsdottir e Freyr Alexandersson

La capitana Sara Bjork Gunnarsdottir e Freyr Alexandersson in conferenza stampa prima della partita contro la Germania (Fréttablaðið.is)

L’assalto ai mondiali viene tentato con lo stesso gruppo. Nelle ultime manifestazioni, per le islandesi, è stata un po’ una chimera. Nel 2015 l’Islanda arriva seconda dietro una Svizzera indomabile (9 vittorie e 1 pareggio). Fu peggior seconda e i play off sfumarono. Nel 2011 fu nuovamente seconda dietro la Francia, che vinse tutte le partite, e le islandesi le vinsero tutte tranne le due contro le francesi. All’epoca partecipavano ai playoff solo le prime. Nel 2007, all’inizio dell’esperienza in panchina di Siggi Raggi, giunsero terze nel girone dietro Svezia e Repubblica Ceca.

Le più recenti qualificazioni iniziano con un’incredibile vittoria in Germania, 3-2 alla seconda giornata, che accende gli entusiasmi. Le islandesi rimangono in corsa per la qualificazione diretta fino a due giornate dalle fine. Il resto, purtroppo, è cronaca.

Le nuove leve

Sotto la gestione di Freyr Alexandersson si sono ritagliate spazio tante esordienti. Le più importanti sono Ingibjörg Sigurðardóttir (difensore del 1997 recentemente passata con le svedesi del Djurgårdens IF, cresciuta nel Grindavik), Sandra Jessen (centrocampista del 1995, da sempre nel Thor/KA, con un paio di esperienze all’estero), Katrín Ásbjörnsdóttir (ala dello Stjarnan del 1992), Sigríður Lára Garðarsdóttir (classe 1994, stella dell’IBV che ha lasciato quest’anno per giocare con le norvegesi del Lillestrøm).

Elín Metta Jensen

Elín Metta Jensen durante un’intervista a margine di un allenamento con la nazionale (youtube.com)

Non possiamo dimenticare Elín Metta Jensen, bomber del 1995. Dal suo esordio nel Valur nel 2010 ha collezionato 112 presenze in campionato condite da 84 goal. Fra il 2015 ed il 2017 ha avuto anche tempo di giocare nella lega dei college americani. Il suo esordio è avvenuto con Siggi Raggi, ma con Alexandersson è diventata una delle titolari della nazionale (36 presenze e 8 goal).

Con lui brilleranno anche alcune giovanissime: la fantasista Agla María Albertsdóttir (trequartista del Breidablik del 1999), probabilmente il talento più cristallino fra le nuove leve islandesi, Hlín Eiríksdóttir (centrocampista del Valur del 2000) e le ultime due chiamate Anna Rakel Pétursdóttir (terzino del Thor/KA del 1998) e Alexandra Jóhannsdóttir (centrocampista del Breidablik del 2000).

Quale futuro per la nazionale femminile islandese?

L’età media è bassa e le stesse veterane con più presenze sono ancora giovani. Pensiamo soprattutto a Sara Björk Gunnarsdóttir, 27 anni e 120 presenze, e Fanndís Friðriksdóttir, 28 anni e 97 presenze. Nel 2018 è stata assente Dagný Brynjarsdóttir, una delle islandesi più forti, per gravidanza. Anche lei ha uno score mica male: 27 anni, 76 presenze, 22 goal e un pupo!

Tuttavia qualcosa su cui lavorare c’è. Il pacchetto arretrato, portieri e difesa, è quello che alza sensibilmente l’età media.

Dagny Brynjarsdottir

Dagny Brynjarsdottir in dolce attesa non rinuncia a concedersi qualche passeggiata nel sud dell’Islanda (facebook.com)

Tutte e tre i portieri sono oltre i 30 anni. Per il ruolo di portiere inoltre non c’è solo l’aspetto anagrafico. In questi mesi c’è stata parecchia alternanza, segno che nessuna delle contendenti abbia mai veramente convinto. Guðbjörg Gunnarsdóttir, 33 anni e 67 presenze, è la più schierata, ma i suoi errori nelle ultime due partite sono stati decisivi: respinta corta sulla Huth in occasione del primo goal delle tedesche, palla debole sgusciata fra le mani sul goal delle tedesche. C’erano molte speranze sulla giovane portiere dello Stjarnan Berglind Hrund Jónasdóttir, classe 1996 e tante ottime prestazioni nelle selezioni giovanili. Infortuni e prestazioni altalenanti ne hanno minato un po’ il percorso.

Vedremo su chi punterà la federazione per la panchina. Il cerchietto rosso per la nazionale femminile islandese è sulle qualificazioni per i campionati europei del 2021.