Jesper Møller, presidente della DBU, la federcalcio danese, ha suscitato molto clamore per l’intervista rilasciata in questi giorni alla DR, l’emittente radiotelevisiva di stato danese. Come mai?

Jesper Møller, presidente della federcalcio danese dal 2014 (bold.dk)
Ha parlato a tutto tondo degli enormi passi avanti del calcio groenlandese e del suo cammino verso l’affiliazione alla FIFA. L’intervista ha molti risvolti, sportivi e politici, che cercheremo di sbrogliare con ordine.
Affiliazione alla FIFA: una chimera?
Già in passato avevamo parlato di accordi informali fra la FIFA e Groenlandia per ottenere l’affiliazione. Correva l’anno 2011 e Presidente era ancora Sepp Blatter, notoriamente interessato al sostegno delle piccole federazioni. Aveva visitato di persona l’isola constatando l’esistenza di soli campi in terra battuta.

Tipico campo in tufo della Groenlandia (box2boxfootball.com)
Entro il 2025 la Groenlandia doveva presentarsi con uno stadio per le partite della nazionale e un campionato locale sufficientemente strutturato con almeno 4/6 campi dove giocare.
Il miracolo dei nuovi campi da calcio
Nel 2015 è stata avviata la costruzione del nuovo centro sportivo di Nuuk, la capitale: un campo coperto e uno all’aperto, entrambi in sintetico. In quel momento era l’unico previsto, ma ha spronato progetti simili in tutta l’isola.
Nel 2017 sono stati completati altri quattro campi con le stesse caratteristiche. A questi se ne aggiungeranno sei l’anno prossimo, per un totale sbalorditivo di undici campi coperti e in sintetico.

Campo da calcio vista iceberg (lakana.com)
Di miracolo si tratta perché queste strutture sono state tutte finanziate e progettate con risorse groenlandesi. A prendere l’iniziativa sono state le istituzioni locali, senza aspettare mance danesi. L’affiliazione alla FIFA c’entra poco. Il calcio è un potentissimo collante per una società gravata da parecchi problemi.
Il rapporto fra DBU e KAK
Con una raffinatezza da politico misurato Jesper Møller ha elogiato la KAK (la federcalcio groenlandese), ricordando l’assoluta autonomia dei groenlandesi dalla federazione da lui presieduta. Traduzione: dalla federazione danese non prendono una corona.
Møller ha ribadito l’appoggio della federazione danese alla candidatura della Groenlandia in sede FIFA. Ha ricordato il caso di Faer Oer e Gibilterra. Per l’arcipelago la domanda d’annessione risale a oltre 30 anni fa, altri tempi e altre regole. Gibilterra invece aveva visto opporsi a lungo la Spagna. Carota e bastone.
Sulle future collaborazioni fra DBU e KAK ha illustrato tre strade:
economica: non con aiuti diretti, ma attraverso il reperimento di sponsorizzazioni. In passato è successo con la Coca Cola e altri marchi importanti. Generalmente sono poco interessati a mercati di nicchia come quello groenlandese;
tecnica: attraverso la formazione di tecnici e dirigenti come già accaduto in passato. Tuttavia ha sottolineato come la scelta dipenda esclusivamente dalla federcalcio groenlandese su tempi e modalità;

Solitudine e buio prolungato sono fra le maggiori cause di depressione e alcolismo in Groenlandia (vice.com)
sociale: sostegno alla gioventù groenlandese che svetta a livello mondiale per tasso di suicidi e alcolismo. Lo sport è la prima arma con cui abbattere queste tendenze;
La situazione economica del calcio groenlandese
L’affiliazione alla FIFA è vista come una grande opportunità anche dal punto di vista economico per visibilità e introiti diretti che ne deriverebbero. L’estrema situazione sociale e climatica dell’isola sarebbe sicuramente oggetto di sostegno da parte del governo del calcio mondiale.

Aurora boreale su Nuuk, la capitale, durante la lunga notte invernale (greenland-travel.com)
Allo stesso tempo è un impegno economico gravoso per le casse di una federazione di un campionato dilettantistico. Qualsiasi sia l’avversario da affrontare, sarebbero trasferte di migliaia di chilometri. Da Nuuk a Copenaghen, capitale danese, ci sono 3.537km, poco più di Londra, a 3.248km. E’ più vicina Ottawa, capitale del Canada, lontana 2.561km. La capitale più vicina è Reykjavik che dista “solo” 1.436km.
La KAK esiste dal 1971, ma come mai il tema dell’affiliazione è stato posto solo negli ultimi anni? E’ nostra ipotesi, ma questi è andato di pari passo con il desiderio di maggior autonomia maturato in Groenlandia solo nell’ultimo decennio. Fare paragoni con le Faer Oer, benché siano anch’esse parte del Regno Unito di Danimarca, è scorretto. Sono situazioni storiche, sociali ed economiche completamente diverse, regolate da accordi differenti siglati in momenti diversi.
UEFA o CONCACAF?
E’ una domanda che ricorre spesso nelle discussioni degli appassionati. Ragionando secondo criteri geografici, la Groenlandia è parte del continente nord americano. Le distanze sono più ridotte verso Canada e Stati Uniti, un po’ meno per Messico e Centro America. Se a decidere sono storia e politica, la Groenlandia si sposta verso l’Europa per la sua appartenenza alla corona danese.
Il problema per i groenlandesi non sembra porsi. In tutte le fonti che abbiamo visionato si fa sempre e solo riferimento alla UEFA. Oltre il legame con la Danimarca pesa l’enorme prestigio del calcio europeo. Sognare di affrontare il Barcellona o il Manchester United, con rispetto parlando, è tutt’altra storia rispetto a DC United o Vancouver Whitecaps.
La formazione dello staff
E’ uno dei talloni d’achille del calcio groenlandese dopo il problema degli stadi. Il campionato locale, essendo di livello poco più che amatoriale, non prevede l’impiego di professionisti e di personale dedicato. Si sta investendo molto sugli allenatori, soprattutto in chiave di educatori per i giocatori più giovani. Manca però una vera e propria scuola di allenatori e tutti gli altri ruoli necessari per delle squadre professionistiche.

Nike Lyberth-Berthelsen, membro della federazione greonlandese di calcio (bleacherreport.com)
Anche l’organizzazione delle società è molto elementare. Sono tutti club di villaggi sperduti in mezzo ai ghiacci eterni, distanti centinaia di chilometri uno dall’altro. Giocando un campionato che dura un paio di settimane, hanno esigenze completamente diverse rispetto a qualsiasi squadra europea.
La mancanza di una apparato dirigenziale pesa. Si rifletterebbe anche su un’eventuale partecipazione di club groenlandesi a competizioni europee.
Da anni si guarda con molto interesse a quanto viene fatto in Islanda, per vicinanza, e alle Faer Oer, per la comune appartenenza danese. La partecipazione ad Euro 2016 dell’Islanda è stata molto seguita. Il sogno è poter tentare almeno la partecipazione.
L’importanza dello sport per i giovani groenlandesi
Dei problemi giovanili ne abbiamo già parlato. I numeri tuttavia sono confortanti. Sono tesserati 5.500 groenlandesi su una popolazione totale di 55.000. Il 2017 è stato il primo anno in cui si sono disputati anche il campionato U17, U19 e U21 dei club.
Altrettanto è importante lo sviluppo del calcio a livello femminile. Quasi tutte le squadre maschili hanno un equivalente femminile, cosa tutt’altro che scontata. Altro volano alla pratica del calcio è il futsal che viene praticato in tutte le palestre durante tutto l’anno.
Il caso Tekle Ghebrelul
Tekle Ghebrelul non è un nome qualsiasi in Groenlandia. Nato in Eritrea nel 1969, è arrivato in Danimarca negli anni ’90 come rifugiato politico dove ha studiato come insegnante e allenatore. Si è trasferito in Groenlandia nel 2004 dopo aver trovato un’opportunità di lavoro su di un giornale.
E’ sempre stato attivo nel mondo del pallone, spendendosi in prima persona per promuovere il calcio in tutta l’isola. Ha allenato la squadra più forte del paese, il B-67, e la selezione nazionale di futsal, prima di diventare allenatore della nazionale maggiore nel 2013 con la quale ha vinto la medaglia d’argento agli Islands Games di questa estate.

Tekle Ghebrelul, ex allenatore della Groenlandia di origine eritrea (bleacherreport.com)
Negli ultimi mesi è stato oggetto di insulti razzisti durante alcune partite. Dopodiché è stato rappresentato come una scimmia che mangia una banana da un calciatore avversario su snapchat.
Infine è finito nel mirino per aver percosso un ragazzino a margine di una partita di calcio. Sull’episodio non è mai stata effettuata un’indagine ufficiale, ma la KAK ha deciso di licenziarlo per “calmare le acque”.
La decisione non è stata presa all’unanimità dal consiglio federale. Lo stesso presidente, John Thorsen, era contrario alla decisione e si è dimesso.
I nuovi vertici, tecnici e federali, sono ancora da rinnovare e non è escluso che ci sia qualche passo indietro. Tuttavia questi contrasti rischiano di minare la rincorsa della Groenlandia all’affiliazione.
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