Ad ospitare l’amichevole Francia Islanda è stata Guingamp, ridente cittadina bretone della Costa Armorica. E’ in questa regione che un pugno di irriducibili Galli, guidati dal mitico Asterix, teneva in scacco le legioni dell’Impero Romano. Immaginare lo stesso film per la partita di giovedì sera è un attimo, con i francesi nei panni dei conquistatori romani.

Francia Islanda

Panoramica dello Stade de Roudourou di Guingamp prima dell’ingresso in campo delle due squadre (twitter.com)

Giovedì pomeriggio avremmo firmato ad occhi chiusi per un pareggio islandese in casa dei campioni del mondo. Al triplice fischio c’era un filino di amaro in bocca per la ghiotta occasione sfuggita negli ultimi minuti… ma va bene così!

Una sfida da brividi

Il nuovo ciclo di Erik Hamrén si era aperto nel peggiore dei modi: 2 partite, 2 sconfitte, 0 goal fatti, 9 goal subìti. Più che i risultati, aveva destato preoccupazione lo smarrimento dei giocatori in campo. Giocare in un momento simile contro i più forti al mondo  è sembrato ai più un azzardo. La stessa stampa islandese non ha mancato di sottolineare, con una certa ironia, il lavoro fatto da Hamrén in questi ultimi giorni sulla fase difensiva.

I presupposti per continuare il ciclo nero c’erano tutti. Inoltre si sa che i francesi sono molto bravi a celebrare le loro imprese e va riconosciuto che l’atmosfera dello Stade de Roudourou era da brividi: tripudio di bandiere tricolore, l’enorme scritta “Champions du Monde” sul prato e la carica della Marsigliese con tanto di Coppa del Mondo sfoderata in mezzo al campo. E per fortuna che in Bretagna sono sempre molto “tiepidi” quando vengono definiti francesi.

Le formazioni di Francia Islanda

Le amichevoli si sa, sono sempre campo di esperimenti. Francia Islanda però non ha stimolato molto la fantasia dei rispettivi allenatori. La formazione francese è partita per 6/11 simile a quella della finale mondiale. La maggior parte di defezioni era per infortuni, fra cui quello della stella Mbappé, in panchina per un fastidio muscolare.

Formazioni FRANCIA Islanda

La formazione titolare dei campioni del mondo (fotbolti.net)

Hamrén, alla ricerca di un assetto solido e alle prese con alcune defezioni, ha messo in campo una formazione parecchio rimaneggiata rispetto alle ultime due apparizioni. Da una parte ha potuto contare sugli importanti recuperi di Jóhann Berg Guðmundsson e Alfreð Finnbogason. Dall’altra aveva acciaccati Hörður Björgvin Magnússon, Sverrir Ingi Ingason, Rúrik Gíslason ed Emil Hallfreðsson.

Due le novità principali: Rúnar Alex Rúnarsson titolare fra i pali e le chiavi della fascia sinistra affidate ad Arnór Ingvi Traustason.

Formazione Islanda

La formazione titolare scesa in campo per l’Islanda (twitter.com)

La cronaca di Francia Islanda

Per i dettagli della partita vi rimandiamo agli highlight della partita che potete vedere cliccando qui.

La partita è stata sostanzialmente equilibrata, un po’ per la scarsa vena dei Bleus, un po’ per il desiderio di riscatto degli islandesi. Il primo tempo è soprattutto di marca vichinga. Escluse un paio di conclusioni di Griezmann (tiro da poco fuori area e punizione) che fanno sudare freddo Rúnarsson, è la nazionale scudocrociata a tenere l’iniziativa. Poco prima che Finnbogason siglasse il vantaggio (primo goal dell’era Hamrén), il cronista islandese ricordava che contro la Svizzera si era già sul 2-0. Ha portato bene.

Nonostante la girandola di cambi, il leit motiv rimane lo stesso. Grande parata del neo entrato Halldórsson su Griezmann, ma per il resto tanta Islanda. Il secondo goal su azione da calcio d’angolo di Kári Árnason corona l’ottimo momento vichingo.

Il doppio svantaggio, e soprattutto l’ingresso di Mbappé al 60′, scuotono la Francia. I Bleus iniziano ad attaccare con più convinzione e l’attaccante del PSG è semplicemente inarrestabile. Il primo goal transalpino nasce da un suo tiro potente da posizione angolatissima che Halldórsson tocca e Hólmar Örn Eyjólfsson, al posto sbagliato nel momento sbagliato, devia in rete. Il rigore del pareggio invece nasce da un maldestro mani in area di Kolbeinn Sigþórsson.

Risultato giusto, ma se l’Islanda avesse vinto non sarebbe stato uno scandalo. Dopo Mbappé, a nostro giudizio uno dei migliori in campo è stato Lloris. Con questa serie di 4 interventi consecutivi (poi l’azione è stata interrotta per fuorigioco) si è confermato uno dei migliori al mondo nel ruolo.

Bicchiere mezzo pieno

Dopo le prevedibili difficoltà iniziali, l’Islanda di Hamrén sta prendendo forma. Per ora non si è assistito a grandi stravolgimenti della rosa.

Portieri

In porta sarà curioso vedere se l’avvicendamento fra Runarsson (sta giocando titolare nel Digione in Ligue 1) e Halldorsson durerà solo l’arco di un’amichevole.

La difesa

In difesa non c’è stato l’atteso passaggio alla linea a tre, ma alcuni rimescolamenti di carte sì. Ingason sembra aver scalato le gerarchie (su Arnason, che però si conferma un ottimo goleador). Molto interessante il passaggio a sinistra di Birkir Már Sævarsson per liberare il posto ad Hólmar Örn Eyjólfsson sulla destra. Il primo inizia a fare i conti con la carta d’identità, ma la carenza dell’Islanda sulla fascia sinistra è cronica, per cui auguriamo tanta salute a Birkir: non ci stupiremmo di vederlo lì ancora qualche anno. Inoltre è uno dei veterani di questa nazionale ed il suo ruolo pesa anche fuori dal campo. Per Eyjólfsson, che è difensore centrale, sulla fascia destra può ritagliarsi un ruolo di primo piano con la nazionale, soprattutto quando è sgravato dalla fase offensiva.

Il centrocampo

Per sopperire all’assenza di capitan Gunnarsson (ultimi mesi costellati da infortuni), si è fatto largo Rúnar Már Sigurjónsson. Mentre è tornato in nazionale Guðlaugur Victor Pálsson, poco considerato dalle gestioni precedenti. Entrambi sono partiti alla grande nel campionato svizzero, sponda Grasshoppers e Zurigo.

L’attacco

Un capitolo a parte lo meritano gli attaccanti. Sigþórsson e Finnbogason per l’Islanda sono imprescindibili. Sono gli unici attaccanti che, da soli, riescono a reggere il peso del reparto. Viste le sbandate recenti, il modulo ad un’unica punta è quello più efficace. Per cui anche a loro auguriamo tanta salute.

La panchina

Come prevedibile per una nazione di 300.000 abitanti, uno dei punti deboli di questa nazionale è la coperta corta, soprattutto ai fianchi. In difesa si è costretti a riadattare un giocatore di 34 anni per coprire una fascia. Sulla destra, la mancanza di Gudmundsson ha pesato come un macigno. Benché poco citato, è uno dei top player di questa nazionale. Un’ala vecchia maniera come lui, che copre sia la fase offensiva che difensiva, serve come il pane ad una nazionale che gioca come l’Islanda. Il suo sostituto naturale, Rúrik Gíslason, finora si è messo in evidenza soprattutto nella copertura dei rotocalchi.

Attendiamo con curiosità le prossime due partite contro Svizzera e Belgio. La Nations League è il banco di prova ideale per dirci cosa aspettarci in futuro dagli Hamrén boys.