Del 2018 islandese ci sono da salvare solo due cose: la partecipazione ai mondiali e la fine degli impegni della nazionale. Nel 2018 l’Islanda non ha mai vinto, salvo le due amichevoli non ufficiali in Indonesia. Ha sempre incassato due goal e più a partita tranne, ironia della sorte, nello storico pareggio per 1-1 contro Messi e compagni. La retrocessione dell’Islanda in Nations League alla fine è il male minore sebbene venga accompagnata dal passaggio in seconda fascia nei sorteggi dei prossimi europei. Vediamo cosa riserverà l’urna il 2 dicembre.

Erik Hamrén nella conferenza stampa prima della partita contro il Belgio: “sarebbe strano non perdere” (lesoir.be)
Belgio – Islanda: 2-0 (highlight)
Strappare un risultato utile in casa della terza squadra più forte al mondo era difficile da immaginare alla vigilia. In più Hamrén si è trovato a fronteggiare numerose assenze: Bjarnason, Gylfy Sigurdsson, Finnbogason che si rompe nel riscaldamento, Ragnar Sigurdsson squalificato. La logica conseguenza è una Linea Maginot allestita davanti ad Halldorsson. In partenza ci si aspetta addirittura una difesa a 5, con Ari Skulason come “falso terzino”, ma l’esperimento è rinviato.

La formazione islandese per il match contro il Belgio. Finnbogason ha dato forfait all’ultimo minuto, sostituito da Arnór Ingvi Traustason che si è scambiato la posizione con Albert Gudmundsson (fotbolti.net)
I brividi che offre il primo tempo sono un nebbione che neppure a Cinisello Balsamo e José Mourinho in tribuna vip. Il Belgio domina il possesso palla, ma l’unica ghiotta occasione che crea con Michy Batshuayi viene disinnescata alla grande da Halldorsson. L’Islanda non è pervenuta oltre la propria metà campo, ma grossomodo il risultato va più che bene agli oltre 400 islandesi arrivati a Bruxelles.
Nel secondo tempo la nebbia si dirada e Hazard sale in cattedra. Una sua apertura apre come il burro la difesa islandese e Batshuayi insacca a porta vuota. E’ il 65′ e nella circostanza Magnusson conferma i suoi limiti nei panni di terzino. Al 78′ una gran ripartenza vichinga rischia il pareggio, ma prima Albert Gudmundsson e poi il neoentrato Kolbeinn Sigþórsson peccano di fortuna e precisione. Goal mancato, goal subito: all’80’ Halldorsson non trattiene un tiro senza pretese e regala la doppietta a Batshuayi. Bene, ma non benissimo.
Qatar – Islanda: 2-2 (hihglight)
Il Qatar non è il Belgio, ma viene da 4 vittorie su 5 partite, una delle quali contro la Svizzera che aveva strapazzato l’Islanda in Nations League. E’ guidato da Felix Sanchez Bas, tecnico di scuola Barcellona, in Qatar dal 2006. La nazionale qatariota è un progetto strutturato e di lungo corso, tutt’altro da sottovalutare. Nello staff c’è anche un po’ di Islanda: Jónas Grani Garðarsson, ex centrocampista di FH e Fram.
Nell’Islanda si vede la tanto attesa difesa a tre, con molte novità ed un inedito trio offensivo: Albert Gudmundsson, Kolbeinn Sigþórsson e l’enfant prodige del momento Arnór Sigurðsson.

La formazione islandese per la partita contro il Qatar (fotbolti.net)
La partita è equilibrata nei fondamentali, con il primo tempo più di marca vichinga ed il secondo dei qatarioti. Come in tutte le amichevoli le occasioni fioccano da ambo le parti, ma più per falle nei rispettivi sistemi di gioco che per manovre studiate. I protagonisti sono i portieri. Quello qatariota si fa rimbalzare sulla schiena la bella punizione dell’1-1 islandese, tirata da Ari Skulason al 28′. Runarsson esce a farfalle sul vantaggio lampo del Qatar siglato da Hasan Al Haydos dopo appena 2′ e si fa sorprendere sul velenoso tiro da fuori di Boualem Khoukhi per il definitivo 2-2.
La notizia positiva per l’Islanda è l’ora in campo per Kolbeinn Sigþórsson, condita dal rigore guadagnato e trasformato al 56′. Non segnava dal magico ottavo di finale contro l’Inghilterra agli europei del 2016.
Non disturbare il manovratore
Con aplomb molto scandinava, qualche critica ad Hamrén inizia a comparire sui media locali. Schema di gioco, uomini, approccio alla gara, sembra ancora tutto in alto mare. Mentre qualcuno ritiene il coach svedese “l’uomo sbagliato, al posto sbagliato, nel momento sbagliato”, la federazione blinda Hamrén attendendo con fiducia i progressi in vista delle qualificazioni europee. Il diretto interessato nelle interviste distribuisce sicurezza ed elogi per i suoi ragazzi.
Le statistiche ricordano che a suo tempo Lars Lagerbäck iniziò con 4 sconfitte di fila. La svolta arrivò con un epico 4-4 in Svizzera, ma erano passati quasi due anni dal suo insediamento.
Le attenuanti non mancano. Negli ultimi match gli uomini chiave di questa nazionale non hanno mai giocato insieme. Quando lo hanno fatto, non erano al top della forma. Per una nazionale dai numeri risicati come l’Islanda, certe assenze pesano il doppio.
Per contro arrivano soddisfazioni dalla linea verde: Albert Gudmundsson e Arnór Sigurðsson sono stati fra i più positivi in entrambi i match e sono talenti di sicuro avvenire. Bene anche Hjörtur Hermannsson in difesa (23 anni, milita nel Bröndby) e Samúel Kári Friðjónsson negli spezzoni in cui ha giocato. Non convince Rúnar Alex Rúnarsson e non si capisce l’ostracismo verso Ögmundur Kristinsson, una chance la meriterebbe.
Insomma, un po’ di ridimensionamento del sogno Islanda era preventivabile e forse necessario. I presupposti per regalarci ancora qualche gioia però ci sono tutti per cui non ci resta che attendere con la stessa fiducia della Ksi. Huh!
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