Riprendiamo il nostro discorso sull’imminente sorteggio dei Mondiali di Russia 2018, dove la nostra Islanda, come sappiamo, si è qualificata e si trova in terza fascia, ovvero la stessa dei suoi “cugini” Svezia e Danimarca. La suddivisione in fasce implica dunque un funzionamento diverso, e basato questa volta principalmente sul ranking FIFA per nazioni. Sussisteranno però alcune limitazioni: ad esempio, non potremo vedere più di due nazioni europee per girone.
Dopo questa breve introduzione, parliamo della seconda fascia, che, se possibile, a tratti è persino peggiore della prima. Quest’urna comprende, infatti, Spagna, Perù, Svizzera, Inghilterra, Colombia, Messico, Uruguay e Croazia.
Partiamo proprio dalle Furie Rosse, che, dopo aver vissuto il proprio apice calcistico tra la fine dello scorso decennio e l’inizio degli anni Dieci, ha vissuto un periodo (se così si può dire) di appannamento. Questo è dovuto al ricambio generazionale che c’è stato per quanto riguarda la compagine iberica, che comunque ha stravinto il proprio girone di qualificazione, il quale comprendeva anche l’Italia. Dopo gli scorsi Europei, è iniziato un nuovo ciclo, con il nuovo ct Lopetegui (ex tecnico del Porto) che può contare su tanti top player come De Gea, Isco e Morata, oltre ai “soliti” Iniesta, Piqué e Mata. Sicuramente è la più forte delle squadre presenti in seconda fascia.

Spagna – Italia. I padroni di casa dominarono per tutta la partita. (Gabriel Bouys – Getty Images).
Passiamo invece al Perù, con la Nazionale andina che è arrivata ai Mondiali grazie allo spareggio con la Nuova Zelanda. La blanquirroja è riuscita nell’impresa di eliminare il Cile, rimasto fuori a sorpresa nel girone di qualificazione sudamericano. Probabilmente, per l’Islanda, il Perù sarebbe viceversa l’avversario più morbido possibile da questa urna, ma attenzione perché, com’è ovvio che sia a questi livelli, anche i biancorossi hanno a disposizione elementi molto interessanti. Spiccano alcuni giovani talenti come il classe ’95 Renato Tapia e il ’94 Edison Flores (tra i pochi della truppa peruviana a giocare in Europa), ma soprattutto il capitano Paolo Guerrero, recordman di reti con 33 centri in Nazionale.

Quotidiani peruviani dopo la qualificazione al mondiale.
C’è quindi la Svizzera. I rossocrociati, come spesso accade, hanno a disposizione una Nazionale senza grandissimo talento, ma con giocatori comunque interessanti e piuttosto difficile da affrontare. Arrivati al Mondiale dopo aver vinto, con qualche difficoltà, lo spareggio con l’Irlanda del Nord, gli elvetici guidati dal tecnico Petkovic (ex allenatore della Lazio) possono fare affidamento su una difesa solida, guidata dagli italiani Rodriguez e Lichtsteiner. Esperienza e qualità si fondono a centrocampo, dove elementi come Xhaka, Behrami, Dzemaili e la stella un po’ appannata Shaqiri farebbero comodo a molte squadre. Occhio anche ai giovanissimi Zakaria e Fernandes. Decisamente meno talentuoso l’attacco, dove dovrebbe partire titolare Haris Seferovic, ex meteora del calcio italiano (ha giocato in Serie A con le maglie di Fiorentina, Lecce e Novara, facendo bene solo in Piemonte).

Sostenitori della nazionale elvetica al Tórsvøllur di Tórshavn (Sverri Egholm – portal.fo).
Passiamo poi all’Inghilterra, che nei tifosi e nei simpatizzanti dell’Islanda evoca dolci ricordi in virtù della storica vittoria per 2-1 con cui i nordatlantici eliminarono gli inglesi negli Europei 2016. Da allora ovviamente la storia è cambiata e, nel caso, sarebbe meglio evitare (almeno al primo turno) questa Nazionale. Compagine sempre temibile, quella inglese in campo internazionale ha però sempre raccolto poco rispetto a quello che potenzialmente potrebbe fare. Va detto che gli inglesi hanno perso Wayne Rooney, che si è ritirato dalla Nazionale: perderanno sicuramente esperienza in attacco. Potrebbero però essere i Mondiali della stellina del Manchester United, il classe ’97 Rashford. Southgate se lo augura di certo, anche perché, pur avendo a disposizione dei giocatori di buona caratura, quella inglese è una Nazionale in pieno ricambio generazionale.
Nazionale temibile è sicuramente la Colombia, che non ha avuto un percorso proprio limpidissimo nelle qualificazioni (ha terminato quarta, anche dietro alla discussa Argentina), ma che rimane una delle più pericolose squadre sudamericane. La Nazionale allenata dall’argentino Pekerman si stringerà tutta attorno al grandissimo talento del fantasista del Bayern Monaco James Rodriguez, cui ruotano intorno tanti giocatori di livello importante: da Falcao fino a Cuadrado, passando per Muriel, Bacca e il portiere Ospina. Vedremo dove potrà arrivare, ma è una compagine che a questi Mondiali potrebbe fare bene.
Passiamo quindi al Messico: la Tricolor è arrivata sin qui stravincendo il raggruppamento centro-nordamericano (miglior attacco e miglior difesa, una sola sconfitta), dimostrando grandissima solidità. Negli ultimi anni non sono usciti grossi talenti, tanto che la squadra si stringe ancora intorno ai soliti nomi degli ultimi anni: in attacco, il perno è ancora il Chicharito Javier Hernandez, mentre a centrocampo giostreranno giocatori come Guardado e Giovani dos Santos. In difesa, ci sarà ancora spazio probabilmente per l’eterno Rafa Marquez, 37 anni e un passato (ormai piuttosto datato) tra le fila del Barcellona.

Alan Pulido Izaguirre con Davíð Þór Viðarsson durante Messico – Islanda (zimbio.com).
Penultima squadra della nostra rassegna è l’Uruguay, il quale invece ha concluso il raggruppamento CONMEBOL al secondo posto, molto staccato comunque dal Brasile primo. Parliamo di un’altra formazione magari con pochi campionissimi, ma con un substrato di faticatori che dà compattezza a una squadra che di recente si è sempre comportata piuttosto bene nelle competizioni internazionali. Occhio soprattutto all’attacco, dove il pistolero Suarez e l’ex Napoli Edinson Cavani sono sicuramente i fiori all’occhiello di questa Nazionale. Va detto che anche per l’Uruguay potremmo parlare di un ricambio generazionale lento e ancora in atto, visti i tanti ultratrentenni che sono ancora i cardini della squadra allenata da Tabarez.
Chiudiamo, infine, con la Croazia, già presente nel girone di qualificazione dell’Islanda e che è stata costretta ad affrontare lo spareggio (poi vinto) con la Grecia. Ormai gli appassionati islandesi conoscono la squadra balcanica, formazione molto tecnica soprattutto dalla cintola in su, ma che in campo internazionale fatica a trovare la sua massima espressione. Sembra mancare, insomma, un certo collettivo in grado di far esplodere tutto questo talento. Del resto, nomi del calibro di Modric, Mandzukic, Kovacic, Brozovic, Perisic, Rakitic, Kalinic, sono tutti giocatori che militano in squadre importanti e che farebbero comodo a molte Nazionali (Islanda compresa). E chissà che il Mondiale non sia l’occasione giusta per assistere all’ennesimo scontro tra Croazia e Islanda…
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