Fine anno (calcistico), tempo di pagelle. Un must per ogni buon sito sportivo prevede che, terminati tutti gli impegni, si tirino le somme della stagione, andando ad analizzare, a mente fredda, le prestazioni di ogni singola squadra. Anche noi non possiamo esimerci da questa tradizione. Ecco qui per voi il pagellone finale, con promossi e bocciati della Pepsideild 2018, 107° edizione del massimo campionato islandese.
Valur 7,5
A prima vista potrebbe sembrare un voto troppo basso per la squadra che ha vinto campionato, Coppa di Lega e Supercoppa islandese, oltre a ben figurare in Champions ed Europa League. La motivazione è quella che spesso avete trovato nelle vostre pagelle scolastiche: “lo studente ha delle ottime potenzialità ma non si applica”. Questa frase racchiude la stagione dei capitolini. L’estate scorsa il Valur, infatti, ha dominato la massima serie distanziando di ben 12 punti le inseguitrici; grosso modo la rosa degli uomini di Hlíðarendi è la medesima con l’aggiunta di un paio di pedine che avrebbero dovuto garantire maggior qualità. Stiamo parlando, in particolare, di Birkir Mar Sævarsson (titolare della nazionale) e Tobias Thomsen, ex KR, che molto bene aveva fatto l’anno scorso.
La punta danese non è riuscita a dare l’apporto sperato (2 gol in 21 presenze), lasciando l’incombenza del gol al connazionale Patrick Pedersen, autore di una strepitosa stagione, condita dal titolo di capocannoniere (17 gol). Un buon numero di gol è arrivato anche dal centrocampo, in particolar modo da Dion Acoff e Kristinn Freyr Sigurðsson, mentre è mancato a livello realizzativo Sigurður Egill Lárusson. Anche la difesa non ha dato la sicurezza dello scorso anno, pur subendo un numero simile di reti.

Patrick Pedersen, capocannoniere della stagione (da fotbolti.net)
C’è stata proprio l’impressione, durante l’intera stagione, che il Valur stesse giocando al di sotto delle proprie potenzialità; nonostante ciò, è riuscito a portarsi a casa ben tre titoli.
Breiðablik 8
Il Breiðablik veniva da due sesti posti consecutivi in campionato. Quest’anno sono arrivate due medaglie d’argento, in Pepsideild e in coppa nazionale. Il campionato dei verdi è iniziato molto bene, portandosi e rimanendo in cima alla classifica fino a metà del girone d’andata. Poi la squadra di mister Gylfason si è un po’ inceppata, specialmente negli scontri diretti. Tutte e quattro le sfide contro Valur e Stjarnan, infatti, si sono concluse con altrettante sconfitte il che lascia intendere che ai verdi manchi ancora qualcosa per fare il salto di qualità.
Il punto di forza è e deve rimanere la difesa. I soli 17 gol subiti sono merito di un pacchetto difensivo di assoluto rilievo (Jonathan Hendrickx, Damir Muminović, Viktor Örn Margeirsson), ottimamente guidato dal sempreverde portiere Gunnleifsson (43 anni). In attacco, la partenza di Gudjohnsen jr per lo Spezia, è stata assorbita alla grande; l’acquisto di Thomas Mikkelsen è stato uno dei migliori affari dell’intero calciomercato islandese. Fosse arrivato ad inizio stagione magari ora staremo parlando del secondo titolo dei Blikar.
Anche il centrocampo ha messo in evidenza elementi di grande qualità, come Gísli Eyjólfsson ed il giovanissimo Willum Þór Willumsson (19 anni ed uno dei prospetti più interessanti in ottica futura ed adocchiato da squadre straniere), oltre alla conferma di Oliver Sigurjónsson, tornato in patria dopo una non eccellente parentesi in Norvegia.
La squadra di Kopavogur è molto giovane ed ha, quindi, notevoli margini di miglioramento. Le sconfitte subite vanno attribuite per lo più alla mancanza di esperienza ed è anche per questo che abbiamo voluto premiare i verdi come miglior club dell’intera serie.
Stjarnan 7
Stagione strana quella dello Stjarnan. Partito anche lui lento (3 pareggi ed una sconfitta nelle prime 4 gare) come il Valur, ha poi ingranato inanellando 10 vittorie di fila tra campionato e coppe varie, candidandosi come maggior pretendente al titolo. Dopo l’eliminazione dall’Europa League le Stelle sono un po’ calate fino ad arrivare al terribile finale di stagione, dove hanno buttato al vento tutte le loro possibilità di vincere il secondo titolo della loro storia.
I blu di Gardbaer sono una squadra costruita quasi esclusivamente con giocatori islandesi; è un gruppo che è cambiato pochissimo rispetto allo scorso anno e quindi si conosceva bene. Molto bene ha fatto Hilmar Arni Halldorsson (per la gioia dei suoi fantallenatori) mentre è mancato il bomber Gudjon Baldvinsson. Anche la retroguardia non è stata brillantissima, andando spesso in confusione e subendo rimonte inaspettate. Basterà qui ricordare la prima giornata col Keflavik, da 2-0 a 2-2 in 10 minuti, e la penultima con l’IBV che è costata il campionato. Ci si poteva aspettare di più dai blu che hanno comunque lottato fino all’ultimo per il titolo nazionale e che si devono accontentare della vittoria in coppa d’Islanda.
L’eta media della rosa inizia ad alzarsi necessitando quindi di qualche rinforzo giovane; vedremo come si muoverà la dirigenza in inverno, dovendo fare a meno anche del vice allenatore Hauksson, dimessosi per accettare l’incarico della nazionale femminile
KR 6,5
Stagione senza infamia e senza lode per i bianconeri della capitale, che confermano il quarto posto dello scorso anno, riuscendo a centrare, però, la qualificazione europea. L’aver raggiunto le coppe europee aggiunge quel mezzo punto in più sulla valutazione finale.
Confermato quasi totalmente il gruppo della scorsa estate, i bianconeri hanno viaggiato sempre nella prima metà della classifica, impelagandosi nel finale di stagione dove hanno rischiato di rovinare tutto con la pesante sconfitta nello scontro diretto con l’FH.
Come detto, la squadra è la medesima dello scorso anno ed anche per i capitolini, così come per lo Stjarnan, l’età media avanza; Kennie Chopart, Oskar Orn Hauksson, André Bjerragard (deludente in questo 2018) non possono più tirare avanti la baracca da soli e la società bianconera deve forzatamente investire. Le basi per cercare di tornare ai fasti del 2013 (anno dell’ultimo scudetto bianconero) ci sono tutte, vedremo se la lunga notte invernale porterà consiglio a Reykjavik
FH 5
Sicuramente una delle più grandi delusioni della Pepsideild 2018. I bianconeri di Hafnarfjordur già nel 2017 avevano raggiunto il punto più “bassi” della loro recente storia; mai dal 2003, infatti, l’FH era uscito dai primi due posti della graduatoria, arrivando terzi. Quest’anno sono riusciti a peggiorare ancor di più, rimanendo fuori dalle coppe europee per la prima volta dal 2004.

Gunnar Nielsen, portiere della nazionale faroese, probabilmente lascerà l’FH (da fotbolti.net)
Se Stjarnan e KR devono pensare ad un piccolo restyling della rosa, dalle parti del Kaplakriki è obbligatorio rifondare completamente l’intera rosa. La squadra è giunta alla fine di un ciclo straordinario e l’addio di Heimir Gudjonsson doveva far suonare un campanello nella dirigenza; si è deciso di proseguire con i senatori ed i risultati sono davanti agli occhi di tutti.
La ricostruzione sarà difficile senza dubbio; se ne andranno molti dei protagonisti delle ultime stagioni e senza i soldi delle coppe europee non sarà compito semplice mettere in piedi una rosa competitiva.
IBV 7
Partito con l’obiettivo della salvezza, l’IBV si ritrova a fine stagione nella parte sinistra della classifica, miglior risultato dal 2013 (l’anno in cui a difendere la porta degli isolani c’era David “Calamity” James, ex nazionale inglese). Molti addetti ai lavori islandesi davano i bianconeri delle Vestmannaeyjar come candidati alla retrocessione; il sesto posto raggiunto vale un’ampia sufficienza. L’inizio di stagione sembrava dare ragione alla stampa; gli Eyjamenn sono infatti partiti malissimo, trascorrendo quasi metà del campionato in piena zona retrocessione. Al giro di boa hanno poi trovato un qualcosa in più che li ha portati all’exploit finale.
Come spesso accaduto nell’arcipelago, in inverno sono arrivati molti volti nuovi ma quasi nessuno, ad eccezione del centrale france Yvan Erichot, ha trovato spazio nell’undici titolare. A tirar fuori le castagne dal fuoco è stata la vecchia guardia, primi fra tutti Gunnar Heiðar Þorvaldsson (che ha concluso la sua lunga carriera con una tripletta) ed il nazionale faroese Kaj Leo i Bartalsstovu che, dopo una prima stagione deludente, si è rivelato decisivo nel raggiungimento dell’obiettivo. Ottimo campionato anche per il capitano Sindri Snaer Magnusson ed il difensore goleador Sigurður Arnar Magnusson, cresciuti nel vivaio.
Dal vivaio degli Eyjamenn è venuto fuori Felix Orn Fridriksson, terzino sinistro andato in Danimarca a metà stagione e già nel giro della nazionale maggiore. Se ne è andato anche l’allenatore, Kristjan Guðmundsson, sostituito dal portoghese ex Fram Pedro Hipolito. Come detto, ad Heimaey sono soliti rivoluzionare la squadra in inverno, perciò è difficile fare previsione adesso per la prossima stagione.
KA 6
Estate tranquilla per i gialloblu del Nord. Troppo forti per essere invischiati nella lotta retrocessione, troppo deboli per poter aspirare ai piazzamenti europei. Nonostante ciò, il KA è riuscito a mettere i bastone tra le ruote alle big del campionato, bloccando sul pareggio prima il Valur e poi lo Stjarnan, rendendo interessante il finale di stagione.

da fotbolti.net
Anche ad Akureyri si è deciso di non stravolgere la squadra che tanto bene aveva fatto lo scorso, puntando sulla difesa e sui due gioielli di centrocampo, il capitano Hallgrimur Mar Steingrimsson ed il giovane Asgeir Sigurgeirsson, infortunatosi gravemente al ginocchio nelle ultime partite del campionato.
Punti di forza dei gialloblu sono stati difesa e centrocampo, mentre in attacco manca qualcosa da un paio di stagioni; Elfar Arni Aðalsteinsson non sembra quel bomber di razza da 10-12 gol a campionato; investendo nella ricerca di un attaccante di peso, ci si potrebbe aspettare di vedere il KA lottare per le posizioni che contano.
Fylkir 7
Ad una neopromossa non si può chiedere altro che centrare la salvezza. Il Fylkir l’ha fatto, ed anche in maniera più tranquilla del previsto, polverizzando nell’ultima giornata (a salvezza ottenuta) il Fjolnir per 7-0. La squadra non è stata rivoluzionata e si è puntato sul blocco che aveva ottenuto la promozione dall’Ikassodeild.
La banda arancione, guidata dal capitano-rocker Ásgeir Ásgeirsson, ha avuto un buon inizio di stagione cogliendo risultati insperati come il 2-2 in trasferta contro il Valur. Dopo questo avvio incoraggiante, il Fykir è entrato in un tunnel di cinque sconfitte consecutive dal quale è uscito pareggiando, nuovamente, con i Valsmenn. Da lì è iniziata la risalita degli arancioni che hanno condotto in porto una salvezza relativamente tranquilla.

da mbl.is
Difficile individuare un giocatore solo ma, come spesso capita alle squadre di bassa classifica, è stato il collettivo a fare la differenza, andando a segno con ben 11 giocatori. Capocannoniere della squadra è stato il redivivo Jonhatan Glenn; la punta di Trinidad&Tobago (ex IBV e Breiðablik) spesso è entrato dalla panchina ma è riuscito a risolvere parecchi match, portando un bel bottino di punti al Fylkir.
Vikingur R 6,5
Dato per spacciato ad inizio stagione da molti addetti ai lavori, il Vikingur ha fatto una buona stagione rispetto ai pronostici iniziali. Mai seriamente invischiato nella zona calda, si è tenuto sempre alla larga dalle posizioni che scottavano.

Geoffrey Castillion (mbl.is)
Qualche scivolone c’è stato durante l’estate, soprattutto all’inizio del campionato quando i rossoneri faticavano a segnare. Il ritorno del figliol prodigo Geoffrey Castillon ha ridato fiducia alla squadra ed all’ambiente con i suoi gol, trascinando i rossoneri ad una salvezza tranquilla. Proprio l’olandese, con il connazionale Ricky ten Voorde, hanno portato i gol necessari per raggiungere la salvezza. Al contrario dell’attacco, la difesa e il centrocampo sono sembrati un po’ sottotono; le scarse prestazione delle avversarie hanno però permesso di non correre troppi rischi.
L’inverno, come da tradizione islandese, porterà consiglio. Vedremo se la dirigenza rossonera punterà a qualcosa di più di una salvezza tranquilla, oppure continuerà a vivacchiare nella seconda metà della graduatoria.
Grindavik 6
Come da tradizione il Grindavik ha due facce. Anche nella scorsa Pepsideild, infatti, i gialloblu sono partiti fortissimo, portandosi anche in testa al campionato. Quest’estate il canovaccio è stato più o meno lo stesso; prima metà del campionato ha mostrato un Grindavik arrembante, capace di bloccare KR e Stjarnan e di infliggere una delle due sconfitte stagionali al Valur bicampione d’Islanda.
Come nel 2017, però, qualcosa a metà campionato si è inceppato e a squadra della Laguna Blu ha iniziato a perdere posizioni, incassare gol e perdere gare su gare (ne girone di ritorno i gialloblu hanno vinto solo con Vikingur R e Keflavik). Il vantaggio accumulato ha però salvato il club.

da fotbolti.net
Il Grindavik doveva riuscire a superare l’addio di Andri Runar Bjarnason, capocannoniere della scorsa stagione con 19 gol. Sembrava una missione impossibile ma, grazie soprattutto al collettivo (11 giocatori a rete), i gialloblu ce l’hanno fatta, garantendosi un altro anno di massima divisione. Il voto finale è la media tra quelli da assegnare alla prima metà dell’estate (8) e quello della seconda metà (4).
Fjölnir 4,5
Ora incomincian le dolenti note, scriveva Dante nel V canto dell’Inferno. Arriviamo, infatti, ad analizzare la stagione delle due retrocesse in Inkassodeild e i voti non possono che essere bassi.
Il Fjölnir, dopo l’incredibile quarto posto del 2016, nella scorsa stagione si era salvato proprio in extremis. Nonostante il pessimo finale di stagione i gialloblu della capitale, nella prima metà del campionato, avevano dimostrato un buon gioco e delle discrete individualità. Con la stessa rosa, più o meno della scorsa estate, la Pepsideild 2018 è stata una parabola discendente per gli uomini di mister Ólafur Páll Snorrason.

da mbl.is
Dopo un discreto inizio, i gialloblu sono lentamente ed inesorabilmente scivolati verso le zone calde, arrivando all’11° alla quindicesima giornata e non riuscendo più a risalire. La squadra ha dato segni di cedimento e, escluso Birnir Snær Ingason (autore di 6 reti), ha fatto sempre molta fatica nel trovare la via del gol, diventando il secondo peggior attacco. Anche la difesa non ha retto l’urto della categoria, subendo la media ben 2 gol a partita.
Anche dalle parti di Grafarvogur c’è aria e necessità di smobilitazione e rifondazione, dopo due stagioni non eccellenti. Alcuni uomini chiave della formazione capitolina sono troppo in là con gli anni e, forse, la stagione in Inkassodeild potrebbe essere l’occasione per lanciare qualche giovane.
Keflavik 4
Sembra assurdo ma non è per nulla semplice dare un voto alla stagione del Keflavik. Gli aeroportuali hanno battuto ogni record negativo della massima serie islandese da quando questa si gioca con un girone andata/ritorno (1959). La rosa allestita dalla dirigenza si è rivelata fragile ed inadeguata alla categoria sotto ogni punto di vista; peggior attacco (appena 11 gol segnati), peggior difesa (49 reti subite). Risulta difficile anche cercare di salvare qualche singolo dal marasma in cui è caduta la squadra.
Eppure il campionato non era iniziato male, andando a cogliere un pareggio in rimonta in casa dello Stjarnan. Da lì è poi iniziato un calvario fatto di 18 sconfitte ed appena 3 pareggi (uno prestigioso con l’FH). Se vogliamo trovare due note positive in questa stagione disastrosa dei blu, la prima è quella di non aver mai subito disfatte clamorose (ad eccezione del 4-0 subito col Vikingur R alla penultima). Questo vuol dire che la squadra, nonostante la situazione di classifica, non ha mai mollato ed ha onorato la maglia e il campionato fino alla fine.

Sindri Kristinn Ólafsson, portiere del Keflavik, in azione nell’ultima gara col Valur (da fotbolti.net)
La seconda è di aver lanciato diversi giovani del vivaio, che hanno così potuto calcare i campi dei “grandi”e fare un po’ di esperienza in ottica futura e dai quali gli aeroportuali devono ripartire. Su questi giovani deve quindi puntare per la prossima stagione di Inkassodeild, dove il Keflavik dovrà essere protagonista.
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