Nella tana del Laugardalsvöllur l’Islanda offre una prestazione generosa, ma paga dazio di fronte ad una Svizzera solida e concreta. Hamrén sta provando a tirare i suoi ragazzi fuori dalle trincee a cui eravamo abituati, proponendo più gioco e meno verticalizzazioni. Il risultato è una squadra evidentemente ancora alla ricerca di questa nuova identità, con reparti meno compatti e giocatori non sempre sul pezzo.

La formazione titolare scesa in campo per Islanda Svizzera (zkfootballvideos.blogspot.com)
A questo va aggiunta una buona dose di sfortuna. L’infermeria è piena ed il portiere della Svizzera, l’esordiente Yvon Mvogo, è in serata di grazia. A cavallo del 90′, in un paio di occasioni, il pareggio sfugge veramente per un soffio. Per la classifica avrebbe significato poco, ma avrebbe dato continuità alla buona prestazione offerta contro la Francia.
Le novità in formazione
Rispetto alla partita contro i Bleus, Hamrén deve rinunciare a Rúnar Alex Rúnarsson fra i pali e Birkir Már Sævarsson in difesa. In porta torna quindi Halldórsson mentre in difesa, come terzino sinistro, viene schierato Hörður Björgvin Magnússon.

Lo spogliatoio dell’Islanda poco prima dell’arrivo dei giocatori (twitter.com)
La Svizzera arriva da una sconfitta di misura in Belgio per 2-1. La squadra di Petkovic gioca senza attaccanti di ruolo. Il gioco passa dai piedi di Shaqiri e Xhaka, pronti ad innescare la velocità di Seferovic e Gavranovic.
La cronaca di Islanda Svizzera (clicca qui per gli highlight)
Il primo tempo è stato all’insegna degli sbadigli. L’Islanda tiene più palla rispetto al passato, ma poi non sa che farsene. La Svizzera presidia la propria metà campo e non tira in porta neanche una volta. Le uniche emozioni sono due lampi di Gylfi Sigurðsson che vengono sventati da due grandi interventi di Mvogo.
Nel secondo tempo la Svizzera entra in campo con altro piglio e l’Islanda va in affanno. Difesa e centrocampo islandesi sono troppo slegati e in quello spazio Shaqiri e Xhaka fanno il bello e cattivo tempo. Il goal arriva al 52′ con un’incornata di Seferovic su cui Magnusson ha grosse responsabilità: sbaglia i tempi del fuorigioco e si fa scavalcare dall’attaccante svizzero.

I giocatori in azione durante Islanda Svizzera (dnaindia.com)
Il vantaggio galvanizza gli svizzeri e apre ulteriormente gli spazi fra le fila islandesi. Si susseguono una fitta serie di occasioni da entrambe le parti. Gli attacchi islandesi sono affidati ai lampi di Finnbogason, Sigurðsson e Jóhann Berg Guðmundsson, ma trovano sempre un ottimo Mvogo. La Svizzera è più concreta. Al 67′ trova il secondo goal con Lang che insacca da pochi passi approfittando della staticità della difesa islandese.
Gli elvetici ritornano dietro la linea di metà campo. L’Islanda prende il pallino del gioco, ma gli attacchi sono sempre frutto di iniziative individuali. All’81’ Finnbogason sigla un eurogoal da 25 metri che fa venire giù il Laugardalsvöllur e scuote i compagni. Inizia un assalto all’arma bianca che rischia di capitolare sui contropiedi svizzeri e si arena su Mvogo e sulla linea di porta (salvataggio di Schär al 90′).
Cosa va, cosa non va
I cambiamenti portati avanti da Hamrén sono ancora in corso d’opera. Il tentativo di far giocare l’Islanda in maniera meno difensiva è coraggioso. Rispetto all’esordio disastroso si sono visti passi avanti, ma la strada è ancora lunga. In certi ruoli mancano gli interpreti. Ai piedi buoni di Gylfi Sigurðsson andrebbe affiancato qualche altro piede fino che onestamente non vediamo. In difesa c’è l’annoso problema dei terzini. Magnusson, che è uno dei difensori più importanti in chiave futura, è adattato e in quella posizione incappa spesso in errori. Discorso simile vale per Hólmar Örn Eyjólfsson.
Infine la tenuta difensiva che caratterizzava la squadra di Heimir Hallgrímsson (e anche di Lagerbäck) esaltava lo spirito combattivo degli undici in campo. E’ stato l’ingrediente segreto che ha portato ai risultati clamorosi di questi ultimi anni. Nelle prime partite della gestione Hamrén è mancato completamente. Contro la Francia e negli ultimi dieci minuti di Islanda Svizzera il cuore ha ripreso a battere forte ed è ciò che ci fa ben sperare.
Allarme Laugardalsvöllur
Era dal 2013 che la nazionale islandese riempiva i 9.700 posti del Laugardalsvöllur. Ieri sera ne sono rimasti vuoti un migliaio. La vittoria manca da gennaio (era la tournée in Indonesia) e in casa manca addirittura dal 9 ottobre 2017. Era la notte magica della vittoria contro il Kosovo che ha assicurato la qualificazione ai Mondiali di Russia. Prima lo stadio di Reykjavik era una sorta di fortino inespugnabile, nel 2018 è stato terreno di conquista altrui: l’Islanda ha collezionato un pareggio e ben tre sconfitte.

I tifosi islandesi in assetto da combattimento sulle tribune del Laugardalsvöllur (101greatgoals.com)
La retrocessione in serie B di Nations League era preventivata e non è un dramma. Il 15 novembre ci sarà l’ultimo atto in casa del Belgio. Le date segnate sul calendario sono due: il 2 dicembre 2018, per il sorteggio dei gironi di qualificazione ad Euro 2020, ed il 21 marzo 2019, giorno in cui si disputerà la prima partita dei gironi. Per il solstizio di primavera, la prima speranza è rivedere il Laugardalsvöllur pieno.
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