La partita che ha segnato l’esordio in Nations League dell’Islanda era anche il primo match del nuovo ct Erik Hamrén sulla panchina islandese. E’ stato certamente un debutto indimenticabile, ma in senso negativo. Il 6-0 tennistico con cui la Svizzera ha annientato l’Islanda deve infatti far suonare più di qualche campanello d’allarme presso il quartier generale della KSI, la federazione islandese. A Reykjavík e dintorni sapevano bene, probabilmente, che dopo la parentesi Hallgrímsson ci sarebbe stato bisogno di un po’ di assestamento, ma una tale sconfitta non era preventivata. Ci sarà, insomma, da lavorare ancora molto. Andiamo però a vedere più nel dettaglio cos’è successo al Kybunpark di St. Gallen.

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Il raccoglimento dei giocatori dell’Islanda nel match contro la Svizzera. Purtroppo, finirà 6-0 per gli elvetici.

Un match subito in salita

Già a partire dal primo tempo, la gara dell’Islanda è stata immediatamente in salita. Forse, i ragazzi di Hamrén non hanno ancora recuperato del tutto dal dispendioso Mondiale in Russia, anche perché la Nazionale era composta perlopiù da reduci della competizione iridata. Tra i titolari, infatti, solo Victor Pálsson (che peraltro gioca proprio in Svizzera, nello Zurigo, ndr) non era presente in Russia. Passando al match, già dopo pochi secondi la Svizzera sfiora il vantaggio con Seferovic: Halldórsson è però attento. Sugli sviluppi di un corner, anche l’Islanda prova a rendersi pericolosa con Sigurdarson, ma al 13′ passa la Svizzera. Passaggio corto del milanista Ricardo Rodriguez per Zuber, che con un gran diagonale mette il pallone sotto la traversa: conclusione imprendibile per Halldórsson, nulla da fare per il portiere. L’Islanda prova ancora a farsi vedere in contropiede (bravo Sommer su Böðvarsson), ma al 23′ arriva puntuale il raddoppio degli elvetici. Punizione di Shaqiri, Halldórsson respinge, e Zakaria da due passi trova il tap-in vincente. 2-0 al Kybunpark. La Svizzera controlla il primo tempo senza il minimo affanno e dimostra di meritare il vantaggio, essendosi dimostrata cinica e spietata sotto porta.

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L’esultanza degli svizzeri dopo il gol del 2-0 segnato da Zakaria (RSI).

Nella ripresa, la squadra di Hamrén crolla

Il secondo tempo inizia malissimo per l’Islanda, e anche con un po’ di sfortuna. Sì, perché all’8′ arriva la punizione di Shaqiri, che, leggermente deviata di testa da Bjarnason, batte per la terza volta Halldórsson. A questo punto la partita è già virtualmente finita, con l’Islanda che sparisce dal campo e la Svizzera che gioca sul velluto. Gli elvetici però non si fermano e continuano ad attaccare, non sazi del risultato. Dopo aver collezionato altre occasioni, al minuto 67 arriva il quarto gol con Seferovic al termine di una bella azione corale (piattone imprendibile). Poco dopo arriva anche il quinto gol, con il neo entrato Albian Ajeti, da pochissimo in campo al posto di Embolo, con Seferovic che stavolta veste i panni dell’assist-man. C’è tempo addirittura anche per la chiusura di questo set tennistico. Azione fotocopia rispetto a quella del 5-0, Svizzera velocissima in contropiede con Zakaria che mette dentro per l’accorrente Mehmedi – anche lui subentrato – che a porta sguarnita non può fallire. Finisce 6-0, e il corso Hamrén inizia, forse, come peggio non si poteva.

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Non un grande esordio – per usare un eufemismo – per Erik Hamrén sulla panchina dell’Islanda.

Di seguito, il tabellino del match. Clicca QUI per rivedere gli highlights della partita.

SVIZZERA-ISLANDA 6-0
(13′ Zuber, 23′ Zakaria, 53′ Shaqiri, 67′ Seferovic, 71′ Ajeti, 82′ Mehmedi)

“Demotivato, mollo, ma che mollo…”

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Alberto Malesani in una conferenza stampa passata alla storia, quando allenava il Genoa.

Sicuramente molti ricordano la colorita conferenza stampa di Alberto Malesani ai tempi del Genoa, quella del mollo per intenderci. Il collegamento sta nel fatto che Erik Hamrén, in Svezia, era spesso considerato un mollo quando allenava la Nazionale svedese. In effetti, questo debutto non ha certo smentito queste malevoli voci, anzi. Abbiamo assistito infatti a una metamorfosi in negativo rispetto all’Islanda cui eravamo abituati, con i giocatori spesso in ritardo sul pallone e costretti a inseguire. C’è molto da fare: bisognerà rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, perché, come abbiamo detto nell’introduzione, questa débacle fa suonare più di un campanello d’allarme.

Al tempo stesso, tuttavia, non bisogna neanche essere drastici. E’ solo la prima partita del nuovo corso, ed era normale aspettarsi un periodo di assestamento, anche se nessuno si sarebbe atteso uno 0-6 all’esordio. Tra le scelte di Hamrén, ha sorpreso in particolare quella di Pálsson, quasi totalmente ignorato da Hallgrímsson nello scorso ciclo. Qualche novità anche in difesa, dove abbiamo visto al centro Ingason rilevare sin dal 1′ un titolarissimo del vecchio corso come Kári Árnason. Insomma, Hamrén sta dimostrando di avere già delle idee su come rinnovare questa squadra. Quello che però ha un po’ deluso è lo scarso coraggio mostrato dall’Islanda nella prima partita. Praticamente inoffensiva, eccettuate un paio di occasioni (non clamorose) nel primo tempo, un attacco spuntato e una difesa lenta e impacciata. Aspettiamo di recuperare completamente bomber Kolbeinn Sigþórsson, che sarà sicuramente molto utile ad Hamrén. In ogni caso, c’è subito l’occasione per rifarsi, visto che martedì c’è la difficile trasferta con il Belgio. E’ una gara che si prepara da sola, per cui non ci sarà bisogno di ulteriori motivazioni. Dopo una simile débacle, paradossalmente, può essere più facile resettare completamente e lasciarsi tutto alle spalle. In fondo gli incidenti di percorso capitano.

Le precedenti débacles

Negli ultimi anni ci eravamo abituati decisamente bene, tanto che da più di dieci anni l’Islanda non ha mai collezionato sconfitte simili. L’ultima volta che la selezione islandese subì sei reti, infatti, risale addirittura al 2004, quando in un’amichevole giocata a Manchester venne sconfitta per 6-1 dall’Inghilterra. Curiosamente, dopo quella sconfitta per 6-1, l’amichevole successiva fu la storica vittoria per 2-0 contro l’Italia, nell’esordio di Marcello Lippi sulla panchina azzurra (e con cui poi vinse i Mondiali 2006). Un’altra pesante sconfitta per 6-1 è datata 8 marzo 2002, in amichevole a Cuiabà contro il Brasile, in un test di preparazione ai Mondiali di Corea e Giappone. Per trovare uno 0-6, invece, bisogna scorrere indietro fino all’anno precedente: girone di qualificazione ai Mondiali 2002, in una partita contro la Danimarca.

Interessante, inoltre, il dato riguardante gli esordi dei ct sulla panchina dell’Islanda (abbiamo preso in considerazione solo gli anni recenti). Atli Edvaldsson esordì nel 2000 con un pari casalingo in amichevole contro la Norvegia. Nel 2003, invece, il regno di Logi Olafsson iniziò con una vittoria per 2-1 contro le isole Fær Øer. Curiosamente, lo stesso Olafsson fu ct dell’Islanda già negli anni Novanta, e il suo primo esordio ebbe un risultato ben diverso: 1-7 contro la Slovenia nel febbraio 1996. Più recentemente: nel 2006, Eyjólfur Sverrisson (attuale tecnico della Under 21) debuttò come ct della Nazionale maggiore con una sconfitta in amichevole contro Trinidad e Tobago (2-0 per i caraibici). Ólafur Jóhannesson esordì invece con uno 0-3 contro la Danimarca (novembre 2007), così come perse al debutto anche Lars Lagerbäck (1-3 con il Giappone). L’ultimo a non perdere all’esordio è stato proprio Heimir Hallgrímsson: 1-1 contro l’Ucraina.

Insomma, tutto questo per dire che Hamrén è in buona compagnia, anche se ci auguriamo ovviamente che possa presto invertire la rotta.

Classifica

Svizzera 3 (6)
Belgio 0 (0)
Islanda 0 (-6)