Avete presente il classico tappone alpino del Giro d’Italia? Il gruppo parte compatto. Sulle prime rampe si vedono i corridori con meno gamba perdere subito contattato e già si inizia a penare per loro: Magni, IR, Leiknir Reykjavik. A contendersi la maglia nera c’è anche chi si pensava corresse per ben altre posizioni: Selfoss. I big sono tutti davanti (IA, HK, Vikingur Olafsvik) con un intruso (Thor Akureyri) e qualche pretendente al trono che già arranca (Throttur Reykjavik).

Giocatori e staff dell’IA Akranes celebrano il ritorno in massima serie fregiandosi del titolo di campi (kfia.is)
Ad un terzo di gara le gerarchie di chi comanda (IA, HK, Vikingur Olafsvik e Thor) e di chi soffre (Magni, IR, Selfoss) sono già ben delineate. C’è un po’ di stupore per chi sembrava destinato a soffrire ed invece è ancora nella pancia del gruppo: Haukar e Njardvik. Man mano che il traguardo si avvicina, per il primato è lotta a due con poco pathos: HK e IA, come da pronostico. La bagarre invece si scatena in coda.
All’ultimo respiro
All’ultima giornata i giochi per la promozione erano già fatti, andava solo decisa la testa su cui posare la corona. Per la retrocessione in 2.deild era già scoccata la campana del Selfoss. A contendersi il secondo posto per l’inferno restavano IR Reykjavik e Magni Grenivik. Il destino le ha messe contro all’ultima giornata, in un death match da cardiopalma.
I biancoblu di Reykjavik avevano dalla loro il fattore campo e due punti di vantaggio. Per i bianconeri del nord la vittoria era d’obbligo e così è stato al termine di una partita spettacolare. Vantaggio Magni con Gunnar Örvar Stefánsson al 6′, IR che ribalta il risultato in tre minuti con Andri Jónasson (19′) e Ágúst Freyr Hallsson (22′). Di nuovo Gunnar Örvar Stefánsson riporta a galla i suoi prima dell’intervallo (41′). Dopo un secondo tempo passato in trincea a metà campo, Sigurður Marinó Kristjánsson si trasforma in CR7, scarta mezza squadra avversaria e segna il goal del tripudio (78′).
Di quanto sia incredibile la salvezza del Magni ne parleremo fra poco. Nel frattempo vi segnaliamo le marcature più belle dei bianconeri, fra cui tutte e tre le reti dell’ultima partita.
Pagelle Inkassodeildin 2018
Diamo i numeri, senza presunzione di scientificità. La valutazione è fatta sulla base dei pronostici di inizio stagione e quanto visto in campo nel 2018.
IA Akranes (1°) e HK Kopavogur (2°): 9
I gialloneri conquistano, da pronostico, la promozione e il titolo di campioni. Se la promozione non è mai stata in dubbio (è stata capolista per 12 giornate), il titolo è arrivato solo all’ultima giornata per differenza reti. Per il resto l’equilibrio fra le due formazioni è stato totale. Entrambe hanno ottenuto 14 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte. L’IA ha perso fuori casa contro Vikingur Olafsvik (2-1) e Throttur Reykjavik (4-1). L’HK ha perso in casa contro Throttur Reykjavik (0-1) e fuori casa contro l’Haukar (2-0) all’ultima giornata, sconfitta che è costata il titolo di campioni.
Entrambe hanno fatto la differenza con un ottimo collettivo. Per l’IA sono andati a segno ben 12 giocatori, goleador è stato la giovane promessa Stefán Teitur Þórðarson, attaccante classe 1998, con 10 goal. L’HK ha timbrato il cartellino con 9 giocatori, capocannoniere è stato Brynjar Jónasson, 24 anni e veterano della seconda serie islandese, 10 goal anche per lui.

Joey Guðjónsson con la casacca dell’Aston Villa durante una partita di Premier League (www.squawka.com)
Curiosità: l’allenatore dell’IA è Jóhannes Karl “Joey” Guðjónsson, ex stella della nazionale. Ha esordito in panchina subentrando proprio su quella dell’HK a metà del 2016, tirandolo fuori dalla zona retrocessione. L’anno scorso, sempre con l’HK, ha disputato un campionato di alta classifica con una squadra molto giovane.
Thor Akureyri (3°): 8
I biancorossi di Akureyri conquistano un terzo posto stucchevole. Erano anni che il Thor brancolava a centroclassifica e altrettanto ci si aspettava per il 2018. La strategia di non stravolgere tanto e l’ottimo innesto dello spagnolo Alvaro Montejo Calleja (16 goal per lui) hanno fatto la differenza. E’ cresciuto molto Aron Birkir Stefánsson, giovane portiere del 1999, che grazie alle sue prestazioni è tornato nell’under21 islandese.
Indiscrezioni danno in arrivo l’allenatore inglese Gregg Ryder. Aveva centrato una promozione in massima serie con il Throttur, segno che ad Akureyri si sogna in grande.
Vikingur Olafsvik (4°): 7,5
La squadra dello Snæfellsnes era fra le principali candidate alla promozione. La multinazionale allenata dall’intramontabile Eljub Purisevic può mangiarsi le mani. Ha vinto buona parte degli scontri diretti, ha perso punti con le ultime in classifica (sconfitta da Selfoss e Magni). E’ mancato un po’ di ricambio dalla panchina nei momenti cruciali della stagione. Tuttavia non possiamo dimenticare la grande performance in Coppa d’Islanda. La banda Purisevic è arrivata fino in semifinale dove si è arresa solo ai rigori al Breidablik.

Vista di Olafsvik, 1.000 anime, molte delle quali dedicate alla pesca e al suo indotto (flickr.com)
Throttur Reykjavik (5°): 5
I biancorossi sono stati una delle principali delusioni di questo campionato. Erano fra i pretendenti alla promozione, ma sono usciti dalla lotta fin dalle prime giornate. Trascinati da bomber Viktor Jónsson, capocannoniere dell’Inkassodeildin con 22 reti in 20 partite, era lecito aspettarsi di più. Il rammarico c’è: sono stati gli unici a battere entrambe le neopromosse.
Curiosità: è la prima squadra di Reykjavik del campionato. Guardando alla prima serie, non è un buon momento per le squadre della capitale.
Njardvik (6°): 8
Cosa chiedere di più ai biancoverdi del Reykjanes? Da neopromossi, hanno conquistato un brillante sesto posto. Sempre fuori dalle paludi della zona retrocessione, si è battuta alla pari anche con le più alte in grado. Ha lanciato alcuni giovanissimi e il suo coach Rafn Markús Vilbergsson è sui taccuini di metà delle squadre professionistiche islandesi.
Leiknir Reykjavik (7°) e Haukar (8°): 6
Quante similitudini fra le due compagini! Entrambe date a rischio retrocessione, se la cavano con una salvezza conquistata senza troppi patemi. Arrivano a pari punti, 25, anche se per vie diverse: gioco spregiudicato le aquile, catenaccio e contropiede il Leiknir. Anche la statistica mette entrambe sullo stesso piano. Negli ultimi 10 anni sono le due squadre che hanno disputato più partite in seconda serie, ben 198 (9 stagioni)… e l’anno prossimo miglioreranno ancora.
Fram (9°): 4
Gli azzurri eguagliano quello che, a nostra memoria, è il peggior risultato della loro storia: il quart’ultimo posto come nel 2015. Di peggio resta solo la retrocessione in 2.deild. Questi risultati non sono all’altezza di uno dei club più vecchi e più vincenti del calcio islandese (18 scudetti, 8 Coppe d’Islanda). Dall’ultimo squillo di tromba, la Coppa d’Islanda 2013, è stata una rivoluzione continua. Dopo la retrocessione dalla prima serie nel 2014, il culmine è stato raggiunto lo scorso anno. Con la squadra ai piani alti della classifica, era stato inspiegabilmente esonerato l’allenatore Ásmundur Arnarsson. Al suo posto è stato ingaggiato l’attuale allenatore, il portoghese Pedro Hipolito. Tanti proclami e aspettative, fino al comunicato di qualche giorno fa che annunciava il divorzio anticipato dal portoghese e un ridimensionamento degli obiettivi societari. Per i tifosi e soprattutto i tanti appassionati che seguono il Fram da fuori Islanda è un’agonia continua.
Magni (10°): 7
Grenivik, villaggio di 250 abitanti della municipalità di Grýtubakkahreppur, 40km da Akureyri, è una di quelle perle che ci regala il calcio islandese. Come non si fa a simpatizzare per questa banda di scalmanati? E soprattutto come si fa a non farlo dopo aver visto le celebrazioni dopo la promozione dello scorso anno?
Il Magni neopromosso era la candidata cenerentola del campionato. Ha perso 10 delle prime 12 partite. Tuttavia la fiducia in coach Páll Viðar Gíslason non è mai venuta in meno. Trascinata dai goal di Gunnar Örvar Stefánsson, il cui ingaggio era stato annunciato in pompa magna, ha raggiunto una salvezza che definire miracolosa è poco.
IR Reykjavik (11°): 5
I biancoblu ritornano in 2.deild dopo due stagioni di sofferenza. Lo scorso anno la salvezza era arrivata più per demeriti altrui che altro, quest’anno è sfuggita all’ultima giornata. Dopo una prima parte di stagione discreta, ha pagato il tracollo nel finale: solo 2 punti nelle ultime 7 partite. Retrocedere così fa male.
Selfoss (12°): 4
Fa ancora peggio retrocedere come gli amaranto. La rosa era attrezzata per competere ai piani alti. L’inizio di stagione è stato pessimo e il Selfoss non si è più schiodato dal fondo classifica. Non sono bastati esoneri (di Gunnar Borgþórsson alla 13′ giornata, sostituito da Dean Martin) né l’ingaggio di un attaccante prolifico come Hrvoje Tokic. Gli errori nascono nelle scorse stagioni. Nel 2016 era stato costruito un gruppo che nel giro di due anni doveva conquistare la promozione. Nonostante l’ingaggio di giocatori di assoluto valore per la categoria, l’obiettivo non è stato neppure avvicinato. Quest’inverno quel gruppo è stato per buona parte smantellato e ricostruito, senza rinunciare ad investimenti importanti come l’ex portiere della nazionale Stefán Logi Magnússon. L’amalgama, decisamente, non è stata trovata.

Foto storica: un giovanissimo Jón Daði Böðvarsson fotografato con la maglia del Selfoss al suo debutto in prima squadra nel 2008 (twitter.com)
L’Inkassodeildin perde un club di spessore. Il Selfoss ha partecipato a 8 degli ultimi 10 campionati di seconda serie. Nel 2010 e nel 2012 era addirittura riuscito a giocare in massima serie, collezionando due onorevoli retrocessioni. Gli amaranto, dopo l’IBV, sono la realtà calcistica più importante dell’Islanda del Sud e possono contare anche su un buon settore giovanile. Nel Selfoss è cresciuto la punta della nazionale Jón Daði Böðvarsson e Viðar Örn Kjartansson il bomber islandese in attività più prolifico. Forse era il caso di dare più fiducia ai giovani amaranto.
La 1.deild del 2019
Intanto vedremo quale sarà la dicitura della serie. In Islanda i campionati prendono il nome dallo sponsor. Negli ultimi due anni è stata Inkasso, azienda di servizi finanziari, a sponsorizzare e dare il nome alla seconda serie. E’ stata la prima volta che è successo. Negli anni precedenti si chiamava semplicemente 1.deild.
Chi giocherà nell’1.deild del 2019? I due club promossi saranno sostituiti da Fjolnir e Keflavik. I gialloblu tornano in seconda serie dopo 5 anni, gli aeroportuali dopo 1 solo anno. Le due retrocesse invece saranno rimpiazzate da Afturelding e Grotta. Per il Grotta è un saliscendi continuo. Dopo le due stagioni consecutive di 1.deild disputate nel 2010 (decimo posto) e 2011 (undicesimo e retrocessione), ci sono state altre due apparizioni nel 2015 (undicesimo e retrocessione) e 2017 (dodicesimo e retrocessione). L’Afturelding invece mancava dal 2009. Come spiegato in un nostro precedente articolo, la promozione è stata la fine di una maledizione che durava dal 2015.
Per i pronostici vi aspettiamo ad aprile 2019!
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