Senza emozioni
Da anni abituati a un vortice incredibile di emozioni, forse stavolta ci tocca un finale noioso. Raramente capita di arrivare alla fine di un campionato senza avere più niente da raccontare. Eppure, stavolta è così. Certo, non ci sono ancora verdetti matematici, ma le distanze in classifica sono così ampie che pensare a un finale diverso pare impossibile. Campioni per acclamazione, retrocessioni senza appello, biglietti europei già staccati. Le ultime cinque giornate di campionato serviranno solo per le statistiche. Eppure, c’è ancora il tempo per un finale da romanzo…

Dan í Soylu (in foto) è l’autore del primo dei due gol che hannoo permesso all’HB di superare l’NSÍ e di arrivare a due punti dal titolo (foto in.fo)
La solitudine dei numeri primi
Il fortunatissimo libro di Paolo Giordano non ha molto in comune con il campionato faroese, ma il suo titolo descrive perfettamente la situazione attuale dell’HB. I rossoneri, infatti, non sono semplicemente soli in vetta; no, sono proprio isolati. Solitari. Come definireste altrimenti una squadra che ha la bellezza di 13 punti di vantaggio sulla seconda a cinque giornate dalla fine? Attualmente a 58, la prima squadra della capitale può arrivare in proiezione fino a 73 punti. Una cifra astronomica per il campionato faroese! Per ora, il record è del B36 con i 67 punti del 2011, ma il margine di sorpasso c’è.
Il problema (per gli avversari) è che più niente pare poter fermare il carro armato di Heimir Guðjónsson. E allora, eccolo il finale da romanzo: domenica prossima c’è il grande classico faroese, KÍ-HB, seconda contro prima. Il rischio per gli azzurri di vedere i rivali di sempre festeggiare il titolo in casa loro è altissimo. Sarebbe una beffa troppo grande, dopo quella dell’anno scorso, quando il titolo andò al Víkingur Gøta solo per differenza reti. Ai rossoneri basta il pareggio, perché i 13 punti non sarebbero più recuperabili nelle successive quattro partite. La madre di tutte le partite nell’arcipelago potrebbe decidere il campionato più prevedibile degli ultimi anni. Concretamente, gli azzurri non possono più fare niente per impedire il trionfo dell’HB, ma almeno possono impedire che questo sia festeggiato a casa loro e quindi rimandarlo di una settimana.
Speranza europea
Detto questo, la lotta per l’Europa League può rappresentare una fonte di interesse. Solitamente è la questione che meno accende gli animi, ma almeno potrebbe essere qualcosa cui aggrapparsi per ravvivare questo finale. E invece niente. O meglio, qualcosa c’è, ma è troppo poco.
Com’è noto, i posti per i preliminari di Europa League sono tre – uno per il vincitore della coppa nazionale e due per il secondo e il terzo classificato del campionato. Ebbene, al momento al quarto posto c’è il B36, vincitore della coppa, con 40 punti. Sopra di lui proprio il KÍ con 45 e l’NSÍ con 42. Ci sarebbe una grande esclusa, il Víkingur, precipitato dal titolo al quinto posto con gli attuali 37 punti
Numeri alla mano, i nerazzurri devono buttare giù dal podio una delle squadre che attualmente lo occupano. Il B36 è inutile considerarlo perché la partecipazione è sua di diritto, anche se dovesse arrivare settimo. C’è qualche possibilità? Sì, perché le ultime giornate ci offrono Víkingur-NSÍ e NSÍ-KÍ. Se evita di sperperare punti, la squadra di Sigfríður Clementsen può tentare questa rincorsa e giocarsi il tutto per tutto in casa dell’HB già campione all’ultima giornata. Vi suona difficile? Lo è. Qui, nessuna possibilità di un finale da romanzo.
Vengo anch’io! No, tu no!
Le ultime due della classifica sono 07 Vestur e AB Argir e queste saranno anche il 27 ottobre. Relegate alla misera quota (rispettivamente) di 10 e 12 punti, la squadra più vicina è l’EB/Streymur, che con 20 punti è la prima delle salve. Le possibilità che qualcosa cambi nei prossimi quaranta giorni sono infime. Eppure, una delle due si può ancora salvare. Come? Non tanto per la matematica, ma per quel perverso meccanismo già illustratovi più volte.
Virtualmente entrambe retrocesse, possono clamorosamente essere entrambe salve! Sarebbe incredibile, senza precedenti, eppure la possibilità che quest’anno non retroceda nemmeno una squadra c’è, e non è nemmeno così remota. Del pericolo ne parlammo già a luglio nell’articolo linkato poc’anzi. Ed anche qui si rischia di andare verso un finale da romanzo thriller.
La 1. deild è attualmente comandata dall’ÍF con 51 punti, seguito dal KÍ II a 49. Ciò significa che, se il campionato fosse finito domenica scorsa, lo 07 Vestur retrocederebbe e l’ÍF verrebbe promosso, per lo stesso regolamento che per ironia della sorte l’anno scorso salvò l’uno e condannò l’altro. Attenzione però, perché a 43 punti c’è l’NSÍ II. Ed è qui che c’è da ridere (o da piangere): se per qualche ragione sconosciuta l’ÍF scivolasse al terzo posto appannaggio delle due inseguitrici, non succederebbe il caos che ci si potrebbe aspettare. Per regolamento, né le seconde squadre né le classificate dal quarto posto in giù possono essere promosse in massima serie. Sembrerebbe però, a rigor di logica, che sia comunque la terza classificata a beneficiare della promozione. Le promozioni sono bloccate solo se le prime TRE classificate sono seconde squadre, e non è questo il caso. Quindi almeno una retrocessione dovrà esserci, e sembra incredibile, ma lo 07 Vestur potrebbe salvarsi di nuovo grazie a questo caso limite…
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