Il grande appuntamento è arrivato. Ed è stata la notte più dolce, quella che restituisce scettro e corona ad un re troppo a lungo lontano dal suo legittimo trono. Quindici anni di anarchia, quindici anni di lotte e cambiamenti che alla fine non hanno camiato nulla. Dal 2004 al 2019, dall’ultima volta ad oggi tutto è rimasto così com’era. Ci sono stati dei cicli (quello dell’EB/Streymur e, soprattutto, del miracolo Víkingur Gøta), ma alla fine tutto è tornato al proprio posto. La coppa nazionale torna nelle mani dell’HB Tórshavn che batte 3-1 in finale proprio quel Víkingur a cui non resta altro che prendere atto di tutto ciò.

“La finale che nessuno ha visto”

Quasi 3000 spettatori sono accorsi al Tórsvøllur per assistere alla finale, ma dire che se la siano goduta sarebbe una presa in giro. Il calcio d’inizio infatti è avvenuto in uno scenario da film horror, con un nebbione da far impallidire la Val Padana. Non si vedeva assolutamente niente: di fatto, non si sarebbe potuto giocare e non si sa perché l’arbitro Dagfinn Forná – classe 1979, con 22 anni di carriera alle spalle – abbia deciso di far giocare comunque.

Ovviamente, nessuno vedeva nulla, neanche i telecronisti che dopo pochi minuti hanno iniziato a parlare della “finale che nessuno sta vedendo“, titolo poi ripreso anche da kvf.fo nella sua sintesi. Dopo 15 minuti si decide di cambiare il pallone: fuori quello bianco-invisibile, dentro quello arancione. La nebbia resterà fino alla fine della gara, che però non verrà mai sospesa. Cliccando qui potrete “vedere” in che condizione si è giocato. Qui, invece, la sintesi.

La sintesi della partita

Durante il primo tempo, comunque, causa visibilità succede poco o niente, e quel poco che succede è tutto di marca rossonera. Al 40° è infatti proprio l’HB a passare in vantaggio col classico gol da punizione di Adrian Justinussen. Un tiro non imparabile di per sé ma praticamente “invisibile” a grande distanza. Il raddoppio arriva in apertura di secondo tempo e porta la firma di Símun Samuelsen, ma tutto nasce da una rimessa laterale battuta malissimo dal Víkingur e da uno sciagurato retropassaggio di Hanus Jacobsen che ha favorito la ripartenza avversaria.

Sotto di due gol, gli uomini di Sámal Erik Hentze trovano la forza di reagire e al 58° trovano anche il gol con lo stacco vincente di Heðin Hansen, ma l’arbitro annulla il gol per un fuorigioco inesistente. Passano altri due minuti e i nerazzurri segnano di nuovo, stavolta con Andreas Olsen e soprattutto in modo regolare. A caccia della rete del pari, però, la squadra di Hentze si scopre troppo e lascia enormi praterie dietro, sfruttate perfettamente al 71° da Sebastian Pingel che cala il definitivo 3-1. Al 90°, quando ormai la nebbia ha di nuovo oscurato tutto, c’è spazio solo per una traversa che nega la gioia della doppietta a Justinussen.

Un trionfo meritato e atteso

Dopo il triplice fischio, è festa grande per la squadra rossonera, che rende così positiva un’annata tutto sommato anonima. Per Heimir Guðjónsson è il terzo titolo da allenatore nel calcio faroese, dopo il campionato dominato l’anno scorso e la Supercoppa di marzo, nonché il quindicesimo della sua carriera in panchina (escludendo i titoli vinti da allenatore in seconda). Ma la serata è dolce anche per la sua squadra, che torna a vincere questa coppa dopo quindici anni dall’ultima volta. Mai c’era stato un digiuno così lungo nella storia del club. E con questa, fanno 27 coppe vinte in totale su 65 edizioni, almeno 21 in più rispetto a qualunque altra squadra!

Di contro, a Norðragøta raccolgono i cocci di una sconfitta cocente ma meritata. A parte l’errore arbitrale (che effettivamente è arrivato in una fase molto delicata del match), però, i nerazzurri non hanno alibi a propria giustificazione. La sfida era potenzialmente alla pari, quindi le loro difficoltà paiono difficili da spiegare. Per loro questa è la seconda sconfitta in 7 finali giocate, comunque un bilancio più che positivo per una società che ha appena undici anni di vita. Il guaio maggiore, tuttavia, riguarda le coppe europee. Perso il pass ottenibile tramite la coppa, l’unica speranza è quella di salire sul podio. Restano nove punti da recuperare in cinque partite, un’impresa difficilissima.