Tanto tuonò che piovve. Quante volte abbiamo invocato la possibilità di poter vedere le partite del campionato faroese in diretta? La risposta è nei commenti ai nostri articoli su Facebook, per non parlare di tutte le volte che ci è stato chiesto in privato. Finalmente, pare che la Fótbóltssamband Føroya (la federazione calcistica faroese, abbreviata in FSF) abbia deciso di dare ascolto alle richieste: la Betri deildin sarà trasmessa in diretta!
Tuttavia, prima di esultare è opportuno fare alcuni chiarimenti sulla questione.

Passaggio di proprietà
L’annuncio è stato dato domenica scorsa 17 marzo da Kringvarp Føroya (KVF), l’emittente radiotelevisiva pubblica locale, praticamente l’equivalente faroese della RAI. Come noto, i canali della KVF trasmettevano gli highlights di ogni partita della massima serie del campionato maschile di calcio alla fine di ogni turno. Questo non accadrà più in seguito all’accordo tra la FSF e Televarpið, una pay-tv con sede a Hoyvík, sobborgo settentrionale della capitale Tórshavn. Il breve comunicato si conclude con l’annuncio che la KVF avrebbe comunque trasmesso in diretta radiofonica la gara tra Víkingur e KÍ in programma per l’appunto il 17 marzo stesso.
Poco dopo è la stessa Televarpið ad annunciare che le partite quest’anno saranno trasmesse in diretta su Rás1. In particolare, sarà una sola partita per ogni turno ad essere trasmessa in diretta sul canale principale dell’emittente privata, che contestualmente lancerà a breve quattro nuovi canali, per un totale di cinque canali visibili sull’app Televarp e sul sito tv.fo.
Lo scopo è quello di aumentare le trasmissioni per i clienti e di poter incrementare in un futuro imminente il numero di partite da seguire in diretta. Inoltre, sarà prevista la possibilità di seguire le partite anche tramite IPTV con la tecnologia della banda larga.
Piano con gli entusiasmi
Purtroppo, però, per chi vive al di fuori dell’arcipelago faroese le cose non sembrano destinate a cambiare. Per potersi registrare come utenti, infatti, bisogna essere in possesso di una carta Televarp, che è possibile fare soltanto in loco.
Chi volesse invece provare con l’app gratuita di Televarpið deve innanzitutto avere un dispositivo Android o iOS. Una volta assicurati di avere almeno 41 MB per scaricare l’applicazione… rimarrete delusi. Infatti, vi apparirà un messaggio in danese (che ricordiamo essere lingua ufficiale del Regno di Danimarca, cui le Fær Øer appartengono) che vi inviterà ad inserire username e password del vostro account. Come creare un account? Semplice (si fa per dire)! Basta chiamare il +298 340 340, parlare con un operatore di Televarpið e attivare un’offerta a pagamento.
Se non sapete il faroese e non vivete sulle isole – cosa molto probabile per i nostri lettori – allora non c’è niente da fare. La rivoluzione televisiva del calcio faroese per ora riguarda solo i faroesi.
Il lento cammino verso la modernità
Un po’ di delusione c’è, è normale, ma pretendere che la Betri deildin sbarchi sugli schermi internazionali forse è davvero troppo. I campionati nordeuropei sono tradizionalmente poco considerati, quasi facessero parte di un altro continente, figurarsi quando il livello qualitativo è così basso come nel caso faroese. In effetti, non ci sarebbe nessun motivo per trasmettere un HB-B36 al posto di un Rosenborg-Molde, per dirne una.
Tuttavia, qualcosa di buono (forse) c’è. La prima storica apparizione delle pay-tv nel panorama calcistico isolano potrebbe avere un effetto positivo sulle casse dei club locali, che in effetti hanno entrate risibili o addirittura nulle alla voce relativa ai diritti televisivi. Il calcio italiano, invece, ci insegna che ogni gran parte delle società vive di quello, per quanto sia sempre meglio cercare di diversificare le fonti degli introiti per non sviluppare una dipendenza potenzialmente pericolosa.
L’impatto di questo ingresso è comunque tutto da valutare. Se da un lato, infatti, Televarpið inserirà nuovi soldi nel circuito, dall’altro è ancora ignoto come questi verranno ripartiti, ammesso che lo saranno e che non finiscano invece nelle tasche della FSF che potrebbe decidere di destinarli ad altri progetti. Questo punto dell’accordo resta in effetti poco chiaro, così come le cifre dell’affare, volutamente tenute segrete.
In definitiva, questa novità può essere vista come un’uscita del calcio faroese da quello stato di purezza primigenia verso una maggiore apertura alla modernità. E non è detto che gli aspetti siano solo positivi.
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